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Magnasco anticonformista

Anna Orlando

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Da Canesso venti opere del Lissandrino

La Galerie Canesso riprende l’attività espositiva, dopo l’incendio del dicembre 2014 che ha causato danni materiali non alle opere, ma agli interni e alla ricca biblioteca. Subito dopo «Paris Tableau», la fiera parigina fortemente voluta dallo stesso Canesso, apre il 25 nella sede di rue Laffitte 26 la mostra «Alessandro Magnasco 1667-1749. Un pittore anticonformista del Settecento. Gli anni della maturità». Della ventina di opere presentate alcune sono già state vendute, altre provengono dai Musei di Strada Nuova di Genova, con cui l’iniziativa è stata organizzata, tanto che vi si sposterà, con qualche prestito aggiuntivo, dal 25 febbraio al 5 giugno.

Della complessa e articolata vicenda artistica del pittore genovese viene approfondita la fase matura, in un lavoro scientifico che vede coinvolti, oltre alla storica dell’arte Véronique Damian, Fausta Franchini Guelfi, già docente dell’Università di Genova e specialista del pittore, e Piero Boccardo, direttore dei musei che ospiteranno la mostra e che a Parigi mandano alcuni capolavori.

È da segnalare la trasferta del «Trattenimento in un giardino d’Albaro», uno degli highlight di Palazzo Bianco. Dalla Quadreria Arcivescovile di Milano arriva il «Furto sacrilego», ancor più imponente per dimensioni (176x236,5 cm) e certo emblematico per entrare nello spirito di una pittura dissacrante e nuova qual era, anche agli occhi dei suoi contemporanei più illuminati, quella del Lissandrino.

Tra le tele più squisite dal collezionismo privato si potranno rivedere «La cioccolata» e due versioni del «Pittor pitocco», insieme ad altre finestre impietose sulla realtà dei suoi giorni, su cui il Magnasco insiste nella sua personale denuncia, a colpi nervosi di pennello,  della miseria, ma anche della lascivia e del decadimento morale.

Anna Orlando, 05 novembre 2015 | © Riproduzione riservata

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Magnasco anticonformista | Anna Orlando

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