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Carol Rama

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Carol Rama

Lo scandalo della pittura orale

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Redazione GDA

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Rama, spericolata signora dell'arte, viene premiata a Venezia con il «Leone d'oro alla carrie ra». E mentre la galleria Carlina di Torino le dedica sino a tutto luglio una retrospettiva, a Venezia, nella Chiesa di San Samuele, dal 14 giugno al 31 luglio sono esposte le fotografie scattate da Roberto Goffi nello studio dell'artista.
Carol Rama disegna, dipinge e dà scandalo dall'adolescenza. La sua prima personale, del 1945, è censurata e chiusa ancor prima di aprire; la sua prima partecipazione alla Biennale è del 1948; dal 1944 abita la mansarda in cui riceve, casa-studio rifugio-custodia della propria vita passata dipingendo.
Carol Rama, com'è cambiato il suo rapporto con la pittura rispetto a quando aveva vent'anni?
Non è cambiato. È magnifico. Ho sempre pensato solo alla pittura, è stato come un matrimonio, un grande amore, una grande sicurezza che mi dava coraggio.
Alla Biennale ci sono suoi quadri a partire dalla fine degli anni Trenta, a Torino opere dagli anni Quaranta agli anni Settanta: cosa vede quando guarda i suoi quadri?
Vedo che sono stata anche straordinaria, senza dubbio, perché alcune cose sono proprio belle. E li sento tutti vicini. Il temperamento che c'è dentro è lo stesso di oggi. Adesso che sono così vecchia, e con delle qualità, mi spiacerà morire e non averle più, quelle qualità.
Si diverte ancora?
Per essere povera come sono, mi diverto abbastanza. Mi diverto come posso, nel riconoscere nelle persone che incontro quelli che sono cretini e quelli che sono più intelligenti di me. Ho però una grande malinconia: di non essere riuscita a fare nei miei confronti tutto quello che dovevo, e di essere rimasta povera come un tempo.
A Venezia verrà premiato un altro artista piemontese, Pistoletto; cosa pensa di lui?
Quando si butta sugli specchi, è molto bravo.
E lei, su cosa si butta?
Mi butto sulla fantasia degli altri, e allora sono brava, perché riesco a imparare una nuova
formula per vedere, o almeno per mantenermi a galla. Chi è più colto, più bello, più intelli
gente di me mi ha aiutato a vivere, ho sempre creduto che le cose che mi piacevano mi aiutassero a vivere.
Lei ha spesso dipinto corpi o loro frammenti: qual è la parte del corpo che la attrae di più?
La bocca. E la parte del corpo più sensibile perché è la prima a godere di cose che poi ti
scandalizzeranno, è la prima a essere una clandestina nella tua vita. E questo significato
lo mantiene sempre, anche quando sei centenaria. È come se la bocca avesse una sua vita autonoma rispetto al corpo perché ha ricordi primordiali, da sempre: che riguardano il gusto, quello che dici, quello che ami... È la prima a soffrire, ad assaporare, a soddisfarsi. Insomma, la bocca è più scandalosa della f... o del c..., perché ha tutti quegli eros che noi sotterriamo. E con la bocca riesci a salvarti anche in una serata orrenda, solo perché hai mangiato un buon piatto.
E gli organi genitali?
Quelli non sono scandalosi, anzi. Li metto nei miei quadri perché voglio apparire più verista di quanto io non sia, sono nature morte. Sono come dei suggerimenti a bassa voce che mi dà la bocca, mentre la bocca, nei miei quadri, ho spesso voluto mimetizzarla. Lei sì, è il desiderio.
Nella sua casa, da sempre, ha tende nere alle finestre e i muri sono dipinti di grigio. Perché?
Il buio mi difende da quello che può succedermi ogni giorno, mi aiuta a superare le cose negative, è un'astuzia con cui credo di modificare un po' la mia vita. Perché ogni nuova giornata è un'operazione molto bella e coraggiosa, ma anche così difficile... C'è chi si toglie le angosce facendo shopping, io col buio in casa.
È stata un'angoscia essere una pittrice e non un pittore?
Certo! Ha cambiato la mia storia, l'ha fatta diventare anonima: per essere nel mondo ho dovuto usare, sempre, i miei quadri anziché il mio nome e cognome.
Che cosa ha provato quando ha saputo del Leone d'oro?
Che è arrivato tardi. Ma mi emoziona tanto, mi dà insieme una grande sicurezza e un grande tormento, perché vorrei essere più colta, più in gamba, più bella, più intelligente, più giovane, più simpatica: tutto.
Chi la impressiona di più fra gli artisti del Novecento?
Fontana è il migliore di tutti, il più grande poeta contemporaneo! Ha tagliato la tela per fare la f...: quella sì che è natura morta. O natura viva. Natura, insomma. Che crudele! Un verismo straordinario! Fontana, con i suoi tagli, ha fermato la storia dell'arte.

Carol Rama

Redazione GDA, 25 settembre 2015 | © Riproduzione riservata

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