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Le incertezze della finanza non turbano gli impressionisti

Melanie Gerlis

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Le aste serali di Sotheby’s e Christie’s incassano 444,2 milioni. Sotheby's segna l’incasso più alto di sempre per un’asta a Londra

Il sollievo era palpabile alle vendite londinesi d’arte impressionista, moderna e surrealista, che hanno confermato le aspettative, se non proprio infiammato il mercato dell’arte. All’inizio della prima delle due settimane di vendite d’alto livello l’atmosfera si presentava incerta a causa del crollo del prezzo del petrolio e dei suoi effetti sulle valute e sui mercati azionari, senza considerare i cambiamenti al vertice di Sotheby’s e Christie’s dello scorso dicembre. A parte i «più deboli» acquisti dalla Russia, secondo Jussi Pylkkännen, presidente globale di Christie’s, l’offerta è rimasta sostenuta e internazionale.

Le vendite serali hanno totalizzato complessivamente 248 milioni di euro da Sotheby’s il 3 febbraio (entro le stime preasta di 185,3-261,3 milioni; è stato l’incasso più alto di sempre per un’asta tenutasi a Londra) e 196 milioni di euro per l’appuntamento di Christie’s del 4, che ha superato le aspettative iniziali (stime da 123,5 a 178,2 milioni). In termini di materiale proposto, Sotheby’s ha fatto la parte del leone per gli impressionisti con alcuni pezzi di primissima importanza (in particolare cinque opere di Claude Monet); d’altra parte la sezione surrealista di Christie’s, forte di una dozzina di opere provenienti da una rilevante collezione belga, era eccezionale.

È insolito entrare in un’importante stagione di vendite con i due principali attori che applicano diversi scaglioni per i premi sul compratore, anche se non pare che ciò abbia indebolito la più «cara» Sotheby’s o che abbia rafforzato la relativamente più economica Christie’s. Per esempio, il primo Monet in programma da Sotheby’s, «Vase de pivoines», 1882, battuto a 2,5 milioni di euro, è effettivamente costato al suo acquirente telefonico 3.031.900 euro invece dei 2.943.400 euro che gli sarebbe costato il mese scorso (88.500 euro in più), o se fosse stato venduto da Christie’s questo mese. Le cifre aggiuntive a quattro o cinque zeri possono fare poca differenza per gli affamati offerenti ma, sommate, hanno fruttato  a Sotheby’s altri 2,8 milioni di euro piovuti dal cielo, lasciando prevedere che sarà seguita a ruota dalla sua rivale. «Siamo vicini al massimo limite accettabile della percentuale», dice Harry Smith, chairman della società di consulenza artistica Gurr Johns, «ma si possono sempre alzare le soglie».

Stagione surrealista

Uno dei fiori all’occhiello di Londra sono le vendite surrealiste e in questo caso la maggior parte degli esperti era d’accordo: Christie’s aveva un notevole vantaggio. Energiche offerte hanno contribuito a spingere la sua vendita da 36 lotti molto oltre la stima massima di 71,2 milioni di euro fino a 88,8 milioni, il suo incasso più alto di sempre per l’arte surrealista. Il catalogo di 23 lotti di Sotheby’s ha fruttato 21,6 milioni di euro, sotto la stima minima di 24,9 milioni. «Christie’s ha in mano il mercato surrealista», dice Smith, aggiungendo che «il loro successo è ampiamente dipeso da una collezione». Questa, appartenente all’uomo d’affari belga Pierre Salik, comprendeva otto opere di René Magritte (tutte vendute, sette oltre le stime) e «L’oiseau au plumage déployé vole vers l’arbre argenté» di Joan Miró, 1953, venduto per 12,2 milioni di euro (stime da 9,3 a 12 milioni).

Il valore più alto della serata non è stato, come ci si attendeva, «Vue sur L’Estaque et le Chateau d’If» di Cézanne, ma un’altra opera surrealista del dopoguerra di Miró da un’altra collezione europea, «Pittura (Donne, luna, uccelli)», 1950, che ha raggiunto i 20,6 milioni di euro (stime 5,3-9,3 milioni). Magritte è andato bene anche da Sotheby’s: in particolare il suo giovanile «L’éloge de l’espace», 1927-28, che è stato venduto per poco meno di 1,5 milioni di euro (stime 930mila-1,2 milioni). Intanto, un’importante opera di Oscar Domínguez, «Toro y Torero (Composition au taureau)», 1934-35, il cui primo proprietario era stato il surrealista André Breton, è stata venduta, entro le stime, a 2,4 milioni di euro alla società di consulenza Gurr Johns.

Una forte presenza Usa

Più americani del solito venuti personalmente, forse sull’onda del dollaro in ascesa. Tra le facce nuove (almeno a Londra) Nancy Whyte, una mercante privata di New York, i cui acquisti hanno compreso il lotto di copertina di Christie’s, «Vue sur l’Estaque et le Château d’If» di Paul Cézanne, 1883-85 ca, venduto dalla collezione privata di Samuel Courtauld, per 17,9 milioni di euro (stime 11-16 milioni). Il celebre illusionista David Copperfield, che partecipava alle offerte «in remoto», è stato l’underbidder per «Les peupliers à Giverny» di Monet, 1887, ceduto dal MoMA di New York e venduto a 14,4 milioni di euro (stime 12-16) da Sotheby’s.

 
Alle vendite diurne (qualità inferiore, ma volumi maggiori) Sotheby’s, che ha dichiarato di aver ricevuto offerte da 52 Paesi, ha totalizzato 34,1 milioni di euro (stime 26,1-37,7 milioni). La vendita diurna di Christie’s ha fruttato 17,7 milioni di euro (stime 15,7-23,5); la sua asta di opere su carta ne ha realizzati 10,6 (stime 7,7-11,4). Non sorprende che il prezzo più alto della settimana sia arrivato da Monet, il cui «Le Grand Canal», 1908, è stato venduto vicino alla stima minima, a 31,5 milioni di euro, da Sotheby’s.

Melanie Gerlis ed Ermanno Rivetti

Melanie Gerlis, 03 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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