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Luana De Micco
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La «Gioconda nuda» (o «Monna Vanna»), opera dell’allievo di Leonardo Gian Giacomo Caprotti conservata nel Museo ideale di Vinci, è esposta per la prima volta in Francia nel castello di Clos-Lucé nell’ambito della mostra «Dal Clos-Lucé al Louvre: i tre capolavori di Leonardo da Vinci»
L’esposizione è dedicata ai dipinti che l’artista portò con sé quando 500 anni fa raggiunse Amboise su invito del re Francesco I: la «Gioconda», «Sant’Anna, la Vergine e il Bambino» e il «San Giovanni Battista». «Il vero mistero di queste opere è il sorriso», sostiene il curatore Alessandro Vezzosi. Ed è il sorriso, appunto, il filo rosso della mostra.
Si racconta la genesi e il mito dei tre dipinti, con le diverse rivisitazioni di artisti del Novecento. E si illustrano i risultati degli studi scientifici portati avanti dal Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France, con numerose radiografie, realizzate ai raggi X o ultravioletti. Sono gli esperti e i restauratori del C2RMF, che occupa un’ala del palazzo del Louvre, a essersi occupati del restauro della «Sant’Anna» e che attualmente seguono quello del «San Giovanni».
La mostra annovera anche un prestito importante dalla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II di Napoli: il manoscritto originale dell’«Itinerario di monsignor reverendissimo et illustrissimo il cardinale de Aragona mio Signor», che racconta la visita del cardinale allo studio di Leonardo ad Amboise.
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