Dario del Bufalo
Leggi i suoi articoliA pochi minuti dalla città di Sezze (Lt) esiste una grotta naturale, a mezza costa su una grande formazione rocciosa calcarea, chiamata «Riparo Roberto».
Sulla parete lunga, all’interno della grotta, sono ancora visibili alcuni disegni a carboncino che raffigurano animali e piante, realizzati da uomini cacciatori del Paleolitico. È stato il professor Marcello Zei ad aver comunicato nel 1953 alla comunità scientifica la scoperta di queste importanti pitture preistoriche e anche il primo ad averle studiate. Per circa 20mila anni questi disegni preistorici hanno resistito alle intemperie, a un certo numero di invasioni e a diverse guerre, ma negli ultimi anni la barbarie e l’ignoranza dei ragazzi contemporanei hanno superato ogni nefandezza!
La vernice spray ha cancellato ogni cultura passata. Orrore! È inutile continuare a raccontarci che il nostro Paese può vivere di cultura o che il nostro petrolio sia l’arte o il turismo oppure che abbiamo il più alto numero di siti Unesco per chilometro quadrato: dov’è, che cosa fa l’Unesco in questi casi visto che le autorità italiane pare non facciano niente?
Ricordo una visita nel 1975 a Mesa Verde in Colorado (Usa) dove esiste una grotta naturale simile a quella di Sezze, vissuta solo per un secolo (circa 500 anni fa, cioè all’epoca della scoperta di Colombo). A Mesa Verde non ci sono pitture né disegni protostorici ma solo qualche muretto ricostruito e capanne abitate da nativi americani. Questo sito oggi è un tempio della storia d’America, è visitato da più di 500mila turisti l’anno e genera un introito di più di 5 milioni di dollari!
Per fortuna in Italia ci sono ancora alcuni uomini sapiens, autoctoni, come Franco Vitelli e Roberto Scalesse, che si stanno battendo per proteggere questo sito dai vandali degli «Italian Graffiti». Speriamo non sia troppo tardi.
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