Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliUna selezione di duecentocinquanta capolavori, il cui fulcro è rappresentato dai dipinti di Jacopo Bassano e della sua bottega, di cui il Museo Civico di Bassano del Grappa possiede la più ampia raccolta al mondo, accanto a un importante nucleo di sculture, dipinti, disegni e documenti dello scultore Antonio Canova, in un percorso completamente rinnovato. Un nuovo allestimento che ha fatto tesoro delle soluzioni adottate in occasione delle mostre «Io, Canova. Genio europeo e I Bassano. Storia di una famiglia di pittori» è dal 27 ottobre la nuova veste del Museo Civico di Bassano del Grappa, istituzione fondata nel 1841.
Dopo trent’anni dall’ultimo significativo riallestimento sono state disposte anche diverse opere inedite, tra i capolavori di Guariento, Lorenzo Lotto, Artemisia Gentileschi, Giambattista Tiepolo, Alessandro Magnasco, Francesco Hayez presenti nelle collezioni. «È l’esito di un processo di ammodernamento museografico, spiega la direttrice Barbara Guidi, che rende il Museo Civico adeguato all’oggi, allineato agli standard delle più importanti istituzioni nazionali e internazionali, con l’obiettivo di proporre una migliore e più appagante esperienza di visita. Un museo nuovo, ma profondamente legato alla propria tradizione e alla propria storia». Allo studio di architettura Antonio Ravalli è stato affidato il progetto di allestimento dei nuovi spazi, dove anche gli apparati didattici e la segnaletica sono stati ripensati con momenti di approfondimento su artisti e temi e con una nuova tecnologia di illuminazione per la valorizzazione delle opere. Una nuova sala è riservata alle mostre sui capolavori della grafica, che rappresentano il vanto di questo museo.
«Fondato nell’antico convento di San Francesco al fine di riunire la pinacoteca municipale e i dipinti provenienti dalle demanializzazioni alla biblioteca e alle raccolte naturalistiche destinate alla città nel 1822 dal geologo e paleontologo bassanese Giambattista Brocchi, il Museo Civico di Bassano del Grappa si approssima a compiere i suoi duecento anni. In questi due secoli di vita il Museo Civico è cresciuto e le sue raccolte incrementate da successive donazioni e acquisizioni che gli hanno consentito di essere annoverato, oltre che uno tra i musei più antichi del Veneto e dell’Italia settentrionale, anche un luogo che custodisce collezioni che spaziano dall’archeologia alla pittura del Novecento e che, per ampiezza e importanza, sono di decisa rilevanza nazionale», scrive Barbara Guidi nella nuova guida pubblicata in questa occasione con una selezione di trenta dei suoi capolavori imprescindibili in un centinaio di pagine.
Punto di riferimento della vita culturale della città, si attende la grande esposizione «Rinascimento in bianco e nero. L’arte della stampa a Venezia (1494–1615)», a cura di Giovanni Maria Fara e David Landau, prevista dal prossimo 1 marzo negli spazi per le esposizioni temporanee del Museo Civico. Fino al 4 febbraio è invece visitabile la mostra monografica dedicata a Dorothea Lange, a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi. Nata dalla collazione con Camera, Centro Italiano per la Fotografia di Torino, con opere provenienti da diversi nuclei collezionistici, la mostra si incentra sul periodo d’oro della sua carriera, dagli anni Trenta alla seconda guerra mondiale, restituendo attraverso duecento scatti un ritratto completo della fotografa statunitense, cofondatrice nel 1952 della rivista «Aperture». Oltre alla serie, inedita per l’Italia, di scatti dedicati ai campi di detenzione per i cittadini nippo-americani, segregati a seguito dell’attacco a Pearl Harbor del 1941, fulcro della mostra un affondo sui cinque scatti eseguiti per trovare la foto perfetta per la celeberrima «Migrant Mother» e sulle altre immagini dei migranti realizzate in quello stesso accampamento (per info, tel. 0424/519901, biglietteriamusei@comune.bassano.vi.it, sconti fino al 4 febbraio per chi arriva in treno da Venezia, Treviso, Padova e Vicenza).
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