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Walter Guadagnini
Leggi i suoi articoliFotografie e installazioni di Taryn Simon
Il lavoro di Taryn Simon, statunitense del 1975, prende sempre spunto da eventi reali, pretesti che fungono da innesco per una ricerca che attraversa la storia e gli archivi che tentano di contenerne la memoria, giungendo alla realizzazione di opere tanto complesse e ossessive nella costruzione quanto essenziali nella loro formulazione visiva.
La sua personale che si apre dal 14 aprile al 24 giugno da Gagosian, intitolata «Paperwork and the Will of Capital», conferma tutte queste caratteristiche, portandole a un livello ancora più alto di raffinatezza d’immagine, senza nulla perdere della capacità di mettere in luce temi di rilievo nella storia sociale del XX secolo.
Una storia che è stata segnata, anche, dalle firme dei trattati che, in vari momenti e luoghi, con diversi protagonisti, hanno formato il mondo di oggi: ebbene, i tavoli dove sono state apposte quelle firme erano sempre decorati con un bouquet di fiori, insieme testimone e protagonista discreto, veicolo della comunicazione del potere e involontario simbolo di decadenza.
Taryn Simon ha ricercato negli archivi le immagini di quegli incontri, ha ricostruito con l’aiuto di un botanico i bouquet e ha realizzato nuovamente le composizioni floreali e le ha fotografate su fondi colorati, per racchiuderli infine in cornici di mogano che rimandano ai tavoli delle sale riunioni e nelle quali è incastonata la didascalia relativa all’evento cui il bouquet si riferisce. Ad essi si accompagna una serie di sculture, dove quegli stessi fiori, essiccati, cuciti su carta d’archivio, instaurano un muto dialogo con le stele di cemento sulle quali poggiano.
Un lavoro articolato, dunque, al confine tra i linguaggi e le discipline, la cui cifra principale, e più affascinante, è senza dubbio costituita dall’incrocio tra la sensualità delle immagini e la durezza della storia che esse simboleggiano.
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