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Giorgio Guglielmino
Leggi i suoi articoliCon l’accattivante titolo di «The Spike Island tapes» Richard Long presenta fino al 2 aprile una serie di grafiche di largo formato presso la Galleria di Alan Cristea a Londra. Si tratta di lavori creati non in una remota isola tropicale come il titolo potrebbe far immaginare, bensì in una stamperia/centro d’arte situata vicino a Bristol, dove Richard Long è nato nel 1945, chiamata appunto Spike Island. Al di là delle forme e dei segni presenti nelle singole grafiche, la parte più interessante è la tecnica utilizzata. Si tratta di incisioni al carborundum (carburo di silicio) materiale che permette una fisicità che altre tecniche grafiche non consentono e che si presta in maniera perfetta alle caratteristiche del lavoro di Richard Long. In passato l’artista ha creato svariati lavori stendendo direttamente con le mani il fango su muri così come su superfici rigide in legno. La stessa azione di applicazione di materiale viene qui ripetuta stendendo sulla matrice un particolare impasto. Ciò gli ha permesso di lavorare a una grafica direttamente con le mani senza l’intermediazione di spatole o strumenti di incisione.
Che Richard Long si sia fatto affascinare da questa tecnica e che si sia anche divertito è provato dalla vivacità dei colori e dalla freschezza che tali grafiche trasmettono. Ispirato da una intuizione del gallerista che lo ha spinto a utilizzare il carborundum (Alan Cristea è un eccezionale esperto in tecniche di incisione), Richard Long si è chiuso nello studio come avrebbe fatto un musicista folgorato da una vena creativa. Il titolo della serie che utilizza la parola «tapes» (nastri di registrazione) è proprio un omaggio a una serie di celebri registrazioni («The Nashville tapes») eseguite più di 40 anni fa da Bob Dylan e Johnny Cash le cui canzoni in questo caso forniscono i titoli alle grafiche di Richard Long.
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