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Sophia Kishkovsky
Leggi i suoi articoliNonostante le sanzioni, la svalutazione del rublo e la crisi economica, a Mosca non mancano nuovi progetti di musei privati.
La V-A-C Foundation, finanziata dal magnate del petrolio Leonid Mikhelson, ha commissionato a Renzo Piano la trasformazione di un’ex centrale elettrica in un centro di arte contemporanea che dovrebbe aprire nel 2019. Su una superficie di due ettari, sorgeranno una piazza, un giardino di sculture e una biblioteca.
La sede condividerà esposizioni e programmi con la futura filiale veneziana della V-A-C, la cui apertura è prevista nel 2016. «Fin dall’inizio la mission della V-A-C è stata quella di aprire la Russia al resto del mondo», spiega Teresa Iarozzi Mavica, direttore della fondazione.
L’iniziativa rientra nei progetti del governo di Mosca per creare un nuovo quartiere dei musei a Bolotnaya. Il Museo Pushkin, la Galleria Statale Tretjakov e il nuovo Garage Museum for Contemporary Art di Dasha Zhukova sorgono tutti a breve distanza.
Un museo privato è anche al centro del progetto di riconversione di un’ex fabbrica dolciaria bolscevica in centro d’affari e culturale. A controllare il sito è l’O1 Group, società di investimenti di proprietà di Boris Mints. Nella primavera del 2016 dovrebbe aprirvi un museo dedicato all’Impressionismo russo che attingerà alla collezione privata di Mints, con opere, tra gli altri, di Boris Kustodiev e Konstantin Korovin. Vagit Alekperov, altro magnate russo, presidente della Lukoil, la più grande compagnia petrolifera russa, e uno degli uomini più ricchi del Paese, a ottobre ha inaugurato un proprio museo numismatico a Mosca.
A proposito di questo boom di musei la Mavica osserva: «L’intero Paese si è considerevolmente aperto all’importanza dello sviluppo delle arti e della cultura, e lo fa ogni giorno di più».
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