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Carlo Avvisati
Leggi i suoi articoliIl mese scorso presso il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università Federico II di Napoli sono stati presentati i risultati di uno studio su una nuova tecnica per la lettura dei papiri ercolanesi non ancora sottoposti a svolgimento. Si tratta di una radiografia effettuata con strumentazioni all’avanguardia e in grado di rivelare tracce di scrittura, ancorché su supporto carbonizzato.
La scoperta, di grande valore scientifico, è stata effettuata da Vito Mocella dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi del Cnr di Napoli in collaborazione con Gianluca del Mastro del Centro Internazionale per lo studio dei papiri ercolanesi «Marcello Gigante», l’European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble e l’Institut de France di Parigi nella cui biblioteca è conservato il papiro. Quest’ultimo veniva donato, insieme con altri cinque (due dei quali sono già «aperti»), dal re Ferdinando IV a Napoleone Bonaparte e risalirebbe al I secolo a.C.
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