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Achille Bonito Oliva
Leggi i suoi articoliNel «Batman» di Tim Burton c’è un Nicholson-Joker che si scatena nelle sale di un museo di prestigio e come una frenetica scimmia si esibisce nello sfregio delle opere. Non c’è dubbio che in questa sequenza l’opera in questione è irruzione, arbitrio: ilare presentificazione della figura dello spettatore. L’opera in quel momento è, insomma, lo scompiglio di «quella» presenza… Almeno per noi cinefili. Queste domande presuppongono un quesito più ampio: se l’architetto debba essere costruttore di spazi di cesura tra arte e vita o di continuità qualunque sia la qualità di questa vita. Dilemma evidentemente che implica la doppia possibilità di un atteggiamento critico o fenomenologico, opposizione o accettazione. In ogni caso i musei sono divenuti depositi dell’estetico, nonché gran serraglio umano.
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