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«Studio di figura», 1874, di Domenico Morelli

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«Studio di figura», 1874, di Domenico Morelli

Gnam austeniana

Arte dell'Ottocento in «Ragione e sentimento» alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna

Federico Castelli Gattinara

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Roma. Torna l’Ottocento alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, che con il riallestimento da cima a fondo condotto dalla direttrice Cristiana Collu era stato decisamente compresso, in parte a ragione, e remixato con la modernità più recente, alla ricerca di nuovi stimoli, ragionamenti, percorsi diacronici.

Apre il 19 marzo, fino al 5 maggio, «Ragione e sentimento» nel Salone centrale dedicato alle mostre temporanee, a cura di Chiara Stefani e Massimo Mininni. Non mancano neanche qui i pungoli del contemporaneo, ma sono limitati a pochi nomi, tra cui quelli di Emanuele Becheri, Vanessa Beecroft, Alessandro Piangiamore e i ritratti fotografici di Barbara Probst.

«Il “senso e la sensibilità”, scrive la Collu a proposito dell’esposizione, affondano le loro radici in un’origine comune allontanando qualsiasi semplificazione, ma legando per sempre la capacità di discernere a quella di sentire, come se fosse impossibile pensare il mondo l’uno senza l’altro».

Ecco allora tele e sculture di noti e meno noti autori dell’Ottocento come Giacomo Balla, Emile Bourdelle, Vincenzo Camuccini, Tranquillo Cremona, Lorenzo Delleani, Giovanni Dupré, Giacomo Favretto, Frederic Leighton, Domenico Morelli, Francesco Podesti, Medardo Rosso e altri, in una mostra dove, scrive ancora la Collu, «chi guarda deve leggere fra le righe e ricordare ciò che sa, desiderare di sapere ma anche risvegliare un importante immaginario che attraversa storia, letteratura e arte».

«Studio di figura», 1874, di Domenico Morelli

Federico Castelli Gattinara, 19 marzo 2019 | © Riproduzione riservata

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Gnam austeniana | Federico Castelli Gattinara

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