Ben Luke
Leggi i suoi articoliA prima vista, il barocco Palazzo d’Inverno del principe Eugenio di Savoia, generale, uomo di Stato e patrono delle arti del XVII-XVIII secolo, e le installazioni di Olafur Eliasson, non sembrano avere punti in comune.
Eppure sue opere provenienti dalle collezioni del Thyssen-Bornemisza Art Contemporary di Vienna e di Juan e Patricia Vergez di Buenos Aires sono esposte nel palazzo seicentesco fino al 6 marzo.
Per Eliasson, i rapporti tra i due edifici sono evidenti: «La presentazione delle mie opere nel Palazzo d’Inverno si basa sulla fiducia nella possibilità di costruire la realtà secondo i nostri sogni e desideri condivisi e sulla fede nell’idea che questa costruzione e questi modelli siano reali come qualsiasi altra cosa», ha affermato Eliasson, che ha già dimostrato quanto la sua opera possa essere efficace in un contesto storico.
Nel 1996, a inizio carriera, propose «Die organische und kristalline Beschreibung» tra i grandiosi candelieri della Neue Galerie di Graz: un proiettore e uno specchio convesso creavano nello spazio barocco l’illusione di acqua increspata. L’opera è ora ricostruita a Vienna, così come un gruppo di altri lavori degli ultimi vent’anni, basati su esperimenti simili con materiali effimeri o naturali: luce e ombra, riflessi, aria.
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