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Egitto sommerso

Francesco Tiradritti

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Sei anni dopo la sua prima edizione, torna a circolare la mostra «Tesori sommersi dell’Egitto», già proposta anche al pubblico italiano presso la Venaria Reale di Torino (cfr. Vernissage, n. 284, feb. ’09, pp. 4-5 e n. 283, gen. ’09, p. 44).

L’evento espositivo dal titolo «Osiride. Misteri sommersi dell’Egitto» a Parigi all’Institut du Monde Arabe (8 settembre-31 gennaio),  e poi a Zurigo, Berlino e Londra, presenta il frutto degli scavi sottomarini effettuati da Franck Goddio a partire dal 1992 in un’ampia zona di mare di fronte al porto di Alessandria e nella baia di Abukir.

Nel corso delle ricerche, tuttora in corso, sono state recuperate innumerevoli vestigia che documentano l’antico splendore della città fondata da Alessandro Magno (356-323 a.C.).

Rispetto alla precedente edizione la mostra propone un numero minore di reperti (poco meno di 300 invece di 500), ma vede una maggiore partecipazione dell’Egitto. Circa un terzo delle opere proviene infatti dai musei del Cairo e di Alessandria.

Una novità è rappresentata dalle armi e dagli oggetti di vita quotidiana appartenenti ai marinai della flotta navale di Napoleone che subì una cocente sconfitta (1-2 agosto 1798) a opera dell’ammiraglio inglese Horatio Nelson proprio nella baia di Abukir.

Lo European Institute for Underwater Archaeology (Eiua), fondato da Goddio e organizzatore dell’evento, riconoscerà al Consiglio Superiore delle Antichità egiziane 600mila euro più 1 euro per ogni biglietto staccato al raggiungimento dei 100mila visitatori.

Mamduh Eldamaty, ministro delle Antichità egiziane, ha infatti affermato che «la mostra è concepita per promuovere il turismo verso l’Egitto, rafforzare le relazioni culturali con i Paesi europei e aumentare le entrate del Ministero in modo da finanziare progetti archeologici che hanno subito serie battute d’arresto negli ultimi anni». 

Francesco Tiradritti, 09 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

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Egitto sommerso | Francesco Tiradritti

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