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Athens School of Art

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Documenta 14, secondo giorno. Esplorazione peripatetica di Atene

Micaela Deiana

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Atene. Durante la conferenza stampa il direttore Adam Szymczyk ci ha invitato a un’esplorazione geografica di Documenta-Atene, diremmo peripatetica visto il contesto, in cui immergerci per la città senza preconcetti gerarchici fra mostre principali e installazioni singole, vivendo i giorni della preview (ma vale anche per l’apertura al pubblico dell’8 aprile) come un momento privilegiato di incontro e confronto capace di far germinare il nostro pensiero.

Complice la poca chiarezza dei mappe che illustrano il percorso in città e la stringatezza delle informazioni in didascalia (autore, titolo e data, raramente qualche informazione sull’opera) lo stato d’animo è in effetti quello di chi vaga e osserva in libertà. Gli stessi materiali editoriali aggiungono e aprono nuovi pensieri legati alle opere ma, di fatto, propongono un approfondimento trasversale di quanto esposto, in un pensiero rizomatico che non cede un passo alla didattica.

Vi proponiamo di proseguire il percorso nella nostra photogallery nelle sedi dell’Asfa-Athens School of Fine Arts e del Benaki Museum Pireos, due delle mostre più corpose, e nel dedalo di installazioni che si susseguono nelle istituzioni e nelle piazze del quartiere di Exarcheia, Omonoia, Kerameikos e Piraeus.
Fra i siti in città, vi segnaliamo due opere che ben racchiudono lo spirito della rassegna. In Avdi Square l’installazione di Sanja Iveković, «Monument to revolution» che, a partire dalle forme e dagli intenti del Monumento a Rosa Luxemburg di Ludwig Mies van der Rohe, crea un palco di confronto pubblico per il diritto dei lavoratori, delle donne e della lotta di classe in mezzo al distretto di Metaxourgeio, in cui la militanza dell’opera si inserisce in una percezione del contesto e un senso di sospensione del tempo che hanno in sé una lirica solennità. Nel distretto di Moschato, invece, in mezzo ai capannoni industriali, due oasi per i visitatori viandanti. Otobong Nkanga («Carved to Flow», 2017), ti accoglie con acqua e wifi gratuito (chiediamoci che cosa ricerchiamo di più) per poi farti entrare in un piccolo laboratorio in cui si fabbrica il sapone, con materie prime che raccontano la geografia del Medio Oriente, del Mediterraneo e dell’Europa, in un’installazione che sovrappone processo tecnico e l’equilibrio sistemico dell’individuo e della società. Accanto, Nikhil Chopra («Drawing a Line through Landscape», 2017), in una performance lunga tre giorni, realizza un intervento su muro con l’argilla, eseguendo un paesaggio cromatico di forte poesia che sintetizza con il linguaggio pittorico il viaggio, in auto, che dall’Europa dell’Est l’ha portato ad Atene - lungo il quale ha realizzato eventi partecipativi, performance e disegni - e che riprenderà nelle prossime settimane verso Kassel, meta conclusiva.

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Benaki Museum Pireos

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L’installazione di Sanja Iveković, «Monument to revolution» in Avdi Square

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La performance di Nikhil Chopra «Drawing a Line through Landscape»

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La performance di Nikhil Chopra «Drawing a Line through Landscape»

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L'installazione di Otobong Nkanga «Carved to Flow»

L'installazione di Otobong Nkanga «Carved to Flow»

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Micaela Deiana, 08 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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