Le copertine del Daybook e del Reader di documenta 14

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Le copertine del Daybook e del Reader di documenta 14

Documenta 14. Contributi scritti e in musica che da Atene ci traghettano a Kassel

Micaela Deiana

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Atene. Chi cerca un catalogo che aiuti a capire le opere che si inseriscono in documenta 14 resterà deluso. Non troverà nessuna sinossi, nessuna documentazione fotografica puntuale. Non solo i contributi editoriali sfuggono dal riferimento diretto per aprire a nuove riflessioni tangenti il tema principale (sia di ordine estetico sia di ordine socio-politico), ma a loro volta costituiscono un medium di ricerca, linguistico in questo caso, sulla scrittura legata all’arte. Una metariflessione sul regime discorsivo, che raccoglie lettere, racconti, saggi, diari, statement artistici, documenti legali, poesie, manifesti e qualsiasi forma letteraria sia possibile sviluppare negli interstizi dei format citati.

La prima pubblicazione editoriale l’abbiamo conosciuta ancora prima dell’inaugurazione di Atene. Dall’inizio del 2015, infatti, la rassegna ha occupato le pagine di «South as A State of Mind», la rivista fondata nel 2012 da Marina Fokidis, trasformandola in un braccio armato cartaceo della «resistenza quotidiana» dei curatori, degli artisti e degli intellettuali coinvolti. In quattro numeri speciali (l’ultimo è uscito proprio in occasione dell’inaugurazione ad Atene) il magazine ha accompagnato la riflessione del gruppo Documenta, offrendo ai lettori una visione del dietro le quinte teorico, sul brain storming che ha delineato l’esito finale della rassegna. Nelle pagine di «South» troviamo quindi tutti i temi che surriscaldano oggi la democrazia di questa Europa unita (il possesso, il dislocamento, il debito, il colonialismo, le migrazioni) e le modalità critiche attraverso cui l’arte costruisce e decostruisce le relazioni con questa realtà in divenire.

The Reader rappresenta il contributo discorsivo principale di documenta, un’antologia critica che riflette sui temi della pratica artistica come forma di resistenza ma anche sulle contraddizioni che la nutrono, compresi i compromessi economici che limitano la libertà artistica e curatoriale in una mostra. Apre il libro 14: Iterability and Otherness - Learning and Working from Athens, il saggio del direttore Adam Szymcsyk: un testo franco e forte, in cui il curatore ripercorre il filo teorico che ha accompagnato i lavori a partire dalla nomina nel novembre 2013, intrecciando l’attualità che ha fatto da sfondo a questo progetto, la realtà sociopolitica e la riflessione critica. Fotografa lucidamente la processualità del fare curatoriale e ci accompagna senza retorica nel costituirsi della rassegna, senza dilungarsi in speculazioni astratte ma presentando le fondamenta del ruolo che ricopre e della creatura che ha composto insieme al team curatoriale.
I testi (non tutti editi per l’occasione, altri storici, quali La tentazione di sant'Antonio di Gustave Flaubert e The Exhibitionary Complex di Tony Bennett) si relazionano con 7 «Folio», flussi di immagini che dilatano le parole, sia in senso temporale sia geografico (The documenta 14 Reader, di autori vari, 712 pp. , ill. col., edizioni in inglese, tedesco e greco, Prestel, Monaco di Baviera 2017, €35,00).

Completa il percorso dell’antologia il Daybook, un calendario di 163 giorni, uno per ogni artista vivente coinvolto nella rassegna, con un testo commissionato e un’immagine selezionata appositamente per questa pubblicazione. Come anticipato, ai testi in forma saggistica a firma di studiosi, critici e curatori si aggiungono proposte più letterarie da parte di scrittori, romanzieri, poeti. Si compone quindi un coro polifonico in cui dal registro critico si passa al tono intimo della lettera, dalla poesia visuale all’intervista. Stessa eterogeneità nelle immagini selezionate dagli artisti: foto personali, opere proprie e di altri, appunti visivi, aprono finestre sul pensiero dell’artista, fornendo suggestioni e stimolando una sana curiosità e voglia di approfondimento.
Infine, dalla parola scritta, al suono. Aggiungiamo questa nota sul progetto curatoriale, per il merito con cui, come i cataloghi, esporta lo statement di documenta fuori dalle sedi espositive (documenta 14: Daybook, a cura di Quinn Latimer e Adam Szymczyk, 344 pp., ill. col. e b/n, edizioni in inglese, tedesco e greco, Prestel, Monaco di Baviera 2017, €35,00)

«Every Time A Ear di Soun» è il radio program con cui la rassegna esplora il suono, la voce, la musica, il discorso come medium artistico finalizzato a svelare le storie della cultura controegemonica. Come ha specificato il curatore Bonaventure Son Bejeng Ndikung nella conferenza stampa, il programma vuole rovesciare le dinamiche con cui oggi il potere controlla le masse attraverso i media e restituire alla radio tutta la sua forza di resistenza, la sua capacità di insinuarsi in ogni angolo creando nuove percezioni in chi la ascolta e nuovi spazi di pensiero. Ma è anche un modo per superare la supremazia della vista nel sistema di conoscenza nella cultura occidentale, ed evidenziare come la nostra conoscenza passi principalmente dall’atto del vedere (e nella mostra presso la sede del Conservatorio di Atene il rapporto fra occhio e orecchio è un filo rosso che lega gran parte dei lavori). Grazie alla collaborazione con la Deutschlandfunk Kultur, durante l’intera durata della rassegna nove stazioni radio formeranno una rete espositiva sonora, che unisce Grecia, Camerun, Colombia, Libano, Brasile, Indonesia, Stati Uniti e Germania (in questo caso la radio è la neonata SAVVY Funk, dello spazio espositivo SAVVY contemporary). Ogni radio con la propria lingua trasmetterà quotidianamente, per quattro ore, opere di sound art, materiali d’achivio e broadcast dal public program di documenta. Per gli ascoltatori da tutto il mondo, è possibile seguire il programma direttamente sul sito ufficiale www.documenta14.de


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Micaela Deiana, 11 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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