Barbara Ruperti
Leggi i suoi articoliAlla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo due mostre indagano il vissuto del corpo, attraverso le lenti dell’immaginario collettivo e della memoria personale. «Visual Persuasion» è la più ampia antologica mai dedicata da un’istituzione italiana a Paulina Olowska. L’artista polacca combina estetiche tratte dal linguaggio pubblicitario occidentale e dal simbolismo socialista dell’est Europa per riflettere sull’impatto delle immagini sulla percezione del mondo. Sotto la regia di Olowska, Fondazione Sandretto si trasforma in una grande arena teatrale, dove muse e artiste si esibiscono in un copione di ruoli e cliché femminili. In mostra dipinti, collage, installazioni e performance, lavori esistenti e nuove produzioni, in dialogo con un nucleo di opere della collezione curato dall’artista. Le varietà di suggestioni tratte dal repertorio visivo personale e collettivo esplorano le dinamiche del desiderio e dell’erotismo, per rielaborarle sotto una prospettiva femminile.
Fino al 7 gennaio il vincitore dell’illy Present Future Prize 2022, Peng Zuquiang, presenta «Vestiges», due inedite installazioni filmiche dedicate ai temi della memoria e del contagio legati alla produzione e diffusione di immagini (a cura di Bernardo Follini). La proiezione «Déjà vu» si serve della pellicola filmica come una pelle su cui imprimere la traccia visibile di un trauma. Nel video un’orma lineare, prodotta con una tecnica off-camera simile a quella del rayogramma, è accompagnata da racconti di violenza pubblica e privata. La video installazione «Autocorrects» si serve del linguaggio pop dell’industria musicale per esplorare i confini tra soggetto e oggetto, consumatore e prodotto di consumo. Seguendo il protagonista attraverso la città di Amsterdam, l’artista rivela i conflitti e le disfunzionalità della vita urbana.
Altri articoli dell'autore
Nella Pinacoteca G.A. Levis di Chiomonte il progetto vincitore del «Pac 2022-23 - Piano per l’Arte Contemporanea» dell’artista e regista romano
Alla Galleria Centro Steccata cinquant’anni di produzione pittorica dell’artista parmigiano incentrata sul concetto di mimesi
Andrea Sala, Carol Rama e Berlinde de Bruyckere «dialogano» con gli oggetti liturgici della diocesi di Piacenza-Bobbio
Il suo ultimo saggio, edito da Politi Seganfreddo, è un’investigazione lucida e inquietante sul rapporto tra spazi culturali e industria della guerra