
Giorgio Guglielmino
Leggi i suoi articoliUna delle belle sorprese della Biennale di Venezia è il padiglione della Croazia affidato a Damir Očko, artista che con l’Italia ha un rapporto professionale intenso dal momento che è stata la brava gallerista Tiziana Di Caro (che quest’anno ha spostato la propria sede da Salerno a Napoli) a scoprirlo, incoraggiarlo e proporlo.
L’opera senza titolo di Damir Očko qui riprodotta è una sorta di fotografia di scena, con l’aggiunta di un elemento di collage, legata al video «TK» presentato a Venezia. Il video alterna immagini di giovani i cui corpi nudi sono a contatto con la neve e con il ghiaccio in un paesaggio invernale a immagini di un vecchio che, nonostante le difficoltà legate al fatto di essere affetto da morbo di Parkinson, cerca di scrivere i versi di una poesia. Si alternano quindi reazioni incondizionate del corpo che discendono da fattori esterni (il ghiaccio, la bassa temperatura) o da fattori interni (la malattia) che rendono difficoltoso il controllo. Il corpo diventa una sorta di membrana di confine tra realtà esterna e interna soggetta a pressioni, forze, fenomeni che sfuggono alla nostra capacità di padroneggiarli. Una soglia attraverso la quale scorre tutta la nostra vita.
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