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Cacciando arazzi ho trovato artisti

Stefano Luppi

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Antonio Verolino, titolare dell’omonima galleria modenese di arte contemporanea, che sino al 24 ottobre ospita una personale di Bertozzi & Casoni, è «figlio d’arte»: il padre, Raffaele Verolino, è un noto esperto e commerciante di arazzi e tappeti antichi. 

Com’è arrivato a occuparsi di comtemporaneo?

Mi sono laureato a Parma in conservazione dei beni culturali e sono sempre stato un assiduo frequentatore di fiere e mostre di arte contemporanea in Italia, poi ho fatto un’esperienza negli Stati Uniti, a New York e a Miami, dove ho avuto modo di coltivare la passione per l’arte in maniera più ampia. Negli Usa ho frequentato un corso presso Sotheby’s a New York dal titolo «How to run a gallery», che mi ha dato modo di entrare meglio nelle dinamiche di una galleria di arte contemporanea, poi essendo sempre vissuto intorno a arazzi e tappeti antichi sono riuscito a farmi una cultura anche in questo senso. Dopo essermi accuratamente informato sulle attuali produzioni di tappeti e arazzi contemporanei mi sono chiesto come mai gli artisti avevano solamente in parte utilizzato questo mezzo, che a mio avviso è pari ad altri mezzi espressivi come la scultura in ceramica, marmo e legno. Quindi ho iniziato a cercare di coinvolgere alcuni artisti in questo progetto chiedendo loro se se la sentivano di sperimentare un nuovo medium e i risultati al momento sono più che soddisfacenti.

Oggi è titolare di una galleria nel centro di Modena che suddivide la sua attività tra il tessile contemporaneo e la galleria d’arte vera e propria. Come si sviluppa questa duplice identità?

Verolino Contemporary, che tratta produzioni tessili di design, nasce nel 2012, la galleria Antonio Verolino, che è una galleria d’arte contemporanea con contaminazioni nel mondo tessile, è nata invece nel 2015.

Oltre a Bertozzi & Casoni, quali mostre ha tenuto nella neo galleria?

Nel dicembre 2015 abbiamo organizzato, in collaborazione con l’esperto Giorgio De Mitri, una mostra dello street artist Mode2, lo scorso febbraio la rassegna di David Tremlett e a giugno una mostra dello street artist Zero T.

Come pensa si evolverà la sua peculiare attività? 

Non mi voglio «sbottonare», anche perché le nostre proposte saranno una novità per il mercato dell’arte, quindi diciamo che per ora non so come evolverà l’attività. Comunque proporrò in media 5-6 mostre d’arte all’anno.

Stefano Luppi, 07 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

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