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Astrazioni a confronto

Mariella Rossi

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Alessandro Rosada curatore nel Museo Revoltella

Direttore della Galleria Torbandena attiva da oltre cinquant’anni, Alessandro Rosada ha curato per il Museo Civico Revoltella la mostra «Controcanti. Dialogo tra il museo e le collezioni private. Capolavori dell’astrazione a confronto». 

Com’è nata la mostra?

Da una scintilla, da un incontro con Bianca Cuderi (direttrice del museo). Nel giro di poche ore avevamo già progettato tutto e nello spazio di un mese la mostra era allestita! Questo progetto conferma che ci può essere sinergia tra pubblico e privato. Il privato apporta la sua esperienza per ridurre al massimo la spesa finale, offrendo la propria rete di collegamenti con collezionisti disponibili a prestare opere importanti, chiamate a dialogare con lavori permanenti del museo. Abbiamo sperimentato insieme una nuova forma di allestimento, più rigorosa, dove le opere possono emergere al meglio e avere il giusto spazio.

Con quali criteri avete riallestito il sesto piano del museo? 

Svuotato lo spazio del sesto piano è stato facile ricollocare venti opere in armonia e simbiosi con gli ambienti di Carlo Scarpa. Ora il percorso è molto arioso. Le opere non sono tantissime ma il visitatore si sofferma volentieri su questi capolavori. Ogni opera è preceduta da una scheda tecnica in cui è spiegato il senso e viene anche indicato l’itinerario della mostra.

Come si sviluppa il percorso? 

Fontana, Burri, Santomaso, Vedova, Capogrossi (il nucleo della collezione di pittura astratta del museo) dialogano con Castellani, Manzoni, Tàpies, Afro, Tancredi e Hartung (provenienti da collezioni private), esaminando le direzioni dello Spazialismo, della Pittura di materia e di segno e la grande tradizione veneta dell’Astrazione a metà anni Cinquanta. Le sculture di Viani e Pomodoro del Revoltella sono messe a confronto con quelle di Arp e Tony Cragg di raccolte private, dando voce alla ricerca della plasticità e allo «scavo» nell’oggetto rappresentato. Infine figura un lavoro di Anselm Kiefer che riprende i Cretti di Alberto Burri, che stimava molto l’artista tedesco il quale, a sua volta, un paio di anni fa è stato felice di esporre nel Palazzo Albizzini di Città di Castello dov’è custodita la collezione Burri.

Qual è stato il budget della mostra?

Non è sempre necessario un budget elevato per fare cose dignitose. La nostra rete di trasportatori, i nostri assicuratori, i collezionisti più affezionati e il nostro stampatore di fiducia ci hanno permesso di lavorare con una spesa estremamente ragionevole.

Quali sono i suoi prossimi progetti? 

Con il museo non so, tutto dipende dalle elezioni comunali di giugno e dalla nuova nomina alla direzione del Revoltella. Se sarà rieletto il sindaco di centrosinistra noi saremo sempre disponibili. Lo stesso vale per il nuovo direttore del museo, sempre che ritenga costruttivo un confronto con noi. Per quanto riguarda la galleria invece, pur occupandoci prevalentemente di arte astratta, ci soffermeremo su due mostre figurative, una di Julio Vaquero all’inizio dell’autunno, pittore spagnolo molto apprezzato da Antonio López García, nonché direttore artistico della Fundación Sorigué di Lérida. L’altra, prima della fine dell’anno, è un omaggio a Zoran Music con solo opere della serie «Cavallini», le più belle che abbiamo avuto negli ultimi decenni. Entro fine anno avremo inoltre la soddisfazione di vedere una grande rassegna del nostro Hubert Scheibl curata da Mario Codognato nel Museo del Belvedere di Vienna.

Che cosa auspica per il futuro del Museo Revoltella? 

Un direttore di grande qualità (Bianca Cuderi purtroppo resterà solo qualche mese) che faccia crescere l’immagine del Museo Revoltella nel mondo dell’arte moderna e contemporanea. Un direttore che possa viaggiare, stabilire contatti proficui, facendo conoscere tra gli ambienti che contano quel gioiello che il Revoltella è.

Mariella Rossi, 02 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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