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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliMilano. Al suo secondo appuntamento, il «Premio Arnaldo Pomodoro per la scultura», va ad Antonella Zazzera, artista nata nel 1976 a Todi, dove ha scelto di continuare a vivere e lavorare. Istituito dallo scultore montefeltrino, ma da 60 anni a Milano (di cui nel prossimo novembre la città celebrerà i novant’anni con una mostra in Palazzo Reale) il Premio, biennale, si pone l’obiettivo di sostenere la ricerca di un artista italiano contemporaneo giunto alle soglie della maturità (il primo vincitore è stato Loris Cecchini), nel cui lavoro si riconosca una seria capacità di sperimentazione tanto sul piano intellettuale quanto su quello espressivo, dotandolo di un premio in denaro e organizzandogli una personale negli spazi della Fondazione Arnaldo Pomodoro, in via Vigevano 9.
In questa mostra curata da Ada Masoero, Antonella Zazzera presenta, dal 18 maggio al 15 luglio, una grande installazione e diciotto opere di diverso formato («Armonici», «Naturalia», «Ri-trattiche», «Carte/Scultura») in gran parte eseguite appositamente e tutte realizzate con il medium prediletto del filo di rame. Dopo la fotografia, il disegno e l'incisione, la sua ricerca è infatti ormai condotta stabilmente con tale materiale, variabile per consistenza, flessibilità, calibro e colori, identificato dall’artista con la luce stessa. Con esso stratifica le sue opere attraverso laboriosi procedimenti di «sedimentazione», creando di volta in volta matasse, viluppi o stratificazioni di materia-luce, frutto dell’incontro tra una profonda familiarità con la vita e i ritmi della terra e una severa e sorvegliata progettualità.

Antonella Zazzera, Armonico CCV, 2012-2013 fili di rame, 96×49×28 cm Fotografia di Alessandro Antonelli

Antonella Zazzera, Armonico XXXVIII, 2006 fili di rame, 15×20×10 cm Fotografia di Michele Adanti
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