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Micaela Deiana
Leggi i suoi articoliCon il volume di Francesco Poli e Francesco Bernardelli Mettere in scena l’arte contemporanea arriva finalmente in Italia il tema dell’interdipendenza fra opera d’arte e contesto espositivo e di quanto gli artisti abbiano contribuito a stimolare la sperimentazione allestitiva, tanto negli spazi indipendenti quanto in quelli istituzionali.
Il libro si articola in tre sezioni. La prima ripercorre la produzione artistica fra testo e contesto, dalle avanguardie storiche ai giorni nostri. La seconda parte tratta l’evoluzione degli spazi e dei grandi eventi che hanno accompagnato l’arte contemporanea nel corso del Novecento. La terza parte, infine, affronta la trasformazione dei musei d’arte contemporanea. La ricostruzione degli autori costituisce un buon accompagnamento per chi si sta avvicinando a questa problematica, offrendo una casistica ampia e articolata dello sviluppo del sistema espositivo in ambito occidentale, ponendosi, in un certo senso, come un approfondimento, e un aggiornamento, del cardinale Il sistema dell’arte contemporanea di Poli, pubblicato nel 2011 per Laterza.
Al volume avrebbe giovato un apparato di note più approfondito, utile agli studiosi interessati ad affondi sul tema. Rimane l’indiscusso merito di aver posto un tassello importante nel colmare una lacuna nel dibattito nazionale, con l’auspicio di un’apertura sul fronte degli exhibition studies anche da parte dell’editoria italiana.
Mettere in scena l’arte contemporanea. Dallo spazio dell’opera allo spazio intorno all’opera, di Francesco Poli e Francesco Bernardelli, 264 pp., 70 ill. b/n, Johan & Levi, Monza 2016, € 24,00

La copertina del volume

La galleria di Fabio Sargentini trasferita su un barcone per L'Attico in viaggio, navigazione del Tevere, 1976
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