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Afro aveva un fan forlivese

Stefano Luppi

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La mostra «Afro. Pensieri nella mano», curata da Cristina Ambrosini e allestita dall’11 ottobre al 10 gennaio ai Musei San Domenico, ha uno stretto legame con la collezione Verzocchi esposta in permanenza nel vicino Palazzo Romagnoli.

Il dipinto «Tenaglia e camera oscura» del 1949, appartenente proprio a quella collezione e fondamentale punto di passaggio tra la fase figurativa e astratta di Afro Libio Basaldella (Udine 1912 - Zurigo 1976), è infatti il fulcro intorno al quale ruotano le cinque sezioni in cui la produzione dell’artista friulano è illustrata attraverso dipinti, grafica, arazzi, gioielli, fotografie e videointerviste.

Il percorso inizia con opere degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, in particolare lavori grafici cui si aggiungono gli otto grandi arazzi prodotti negli anni Settanta, oltre a gioielli ideati nei due decenni precedenti. A conclusione è presente anche il manoscritto di una breve autobiografia dei primi anni Settanta nonché i materiali della corrispondenza tra Afro e il collezionista Giuseppe Verzocchi.

Non mancano bozzetti, disegni preparatori, alcune tavolozze usate in studio e altri materiali che permettono, anche grazie a iniziative collaterali, di ricostruire il ruolo di Afro nell’arte del ’900.

Stefano Luppi, 24 settembre 2015 | © Riproduzione riservata

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Afro aveva un fan forlivese | Stefano Luppi

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