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Vincenzo Estremo

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Vincenzo Estremo scrive di arte in modo non pacificato

Il suo ultimo saggio, edito da Politi Seganfreddo, è un’investigazione lucida e inquietante sul rapporto tra spazi culturali e industria della guerra

Barbara Ruperti

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Nell’ampio e acceso dibattito intorno al rapporto tra nuovi media e informazione, il saggio Indistinzione. Tre movimenti dell’arte sulla guerra del teorico e docente Vincenzo Estremo (1980), edito da Politi Seganfreddo, porta la riflessione sull’immagine del conflitto a un secondo livello: dal problema dell’autenticità alla trasparenza del suo contenuto, dal suo potere estetico a quello anestetico.

Il testo parte dai contributi fondamentali degli studiosi di cultura visuale (Mitchell, Mirzoeff e Žižek, tra gli altri) per riattualizzarli e rilevare l’effetto contingente, pericoloso e sconcertante della nuova medialità: l’indistinzione. Quello di cui parla Estremo non è solo un problema di ottica, bensì di distanza e di amnesia collettiva, un effetto causato dalla sovraesposizione ai prodotti mediali che diviene oggi meccanismo di potere globale. Dimentichiamoci gli scenari distopici alla George Orwell, il panopticon, il Grande Fratello o il dispositivo di controllo foucaultiano: ci troviamo calati in uno scenario molto più ordinario e familiare, dove la differenza tra utopia e distopia è solo questione di consapevolezza.

La struttura procede attraverso una triplice strategia di attacco: tre «movimenti critici» rivolti contro i regimi scopici del conflitto partendo dall’arte e dalle sue perverse contraddizioni. Le 110 pagine del volume compongono un’investigazione lucida e inquietante sul rapporto tra spazi culturali e industria della guerra, che rivela come dietro agli slogan «cultura», «innovazione» e «sperimentazione» si celino specificazioni occulte e machiavelliche speculazioni.

Ed è attraverso una voce ferma, precisa, radicalmente spiazzante che Estremo ci spinge attraverso una spirale di illusioni che ci esercitano al dubbio metodico. Sempre impugnando il suo «modo non pacificato di scrivere di arte» che è, in definitiva, il più grande merito del libro. Perché come ha osservato Wim Wenders, «La decisione più politica che puoi prendere è dove dirigere gli occhi della gente».

Indistinzione. Tre movimenti dell’arte sulla guerra, di Vincenzo Estremo, 110 pp., Politi Seganfreddo edizioni, Milano 2023, € 18
 

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La copertina del volume

Barbara Ruperti, 15 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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