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La città di Doha, Qatar

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La città di Doha, Qatar

Viaggiare con gli esperti | Il Qatar dei mondiali

Visita nel Paese che dal 20 novembre ospita la Coppa del Mondo di calcio. Dall’alba nella capitale Doha, tra insediamenti di pescatori, architetture contemporanee e arte pubblica, al calar del sole dietro la monumentale scultura di Richard Serra

Sarah Schroeder, Claudio Cravero

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La capitale Doha: l’Est
Situata dove sorge il sole, DOHA rappresenta il culmine dell’unione tra modernità e tradizione. Alle prime luci del giorno, pescatori vendono pesce fresco al porto sullo sfondo di un paesaggio urbano futuristico. Sulle sponde di una delle rive a est si trova il Museo nazionale del Qatar. Costruito sul modello di una rosa del deserto e firmato dal poliedrico architetto francese Jean Nouvel (anche autore del Louvre Abu Dhabi, Ndr), il museo offre una panoramica sulla storia naturale, le prime civiltà e il moderno Stato del Qatar. Nel cuore del complesso, è conservato l’«Antico palazzo» dello sceicco Abdullah Al Thani con tipiche caratteristiche architettoniche rurali che, a partire dagli anni ’50, già fungeva da museo nonostante l’esigua raccolta di artefatti di cultura materiale.

Seguendo la costa sulla Doha Corniche, spicca immancabile il Mia, Museum of Islamic Art, un’altra istituzione gestita dalla Museum Authority (Qm) presieduta dalla sceicca Al-Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, tra le collezioniste più ingenti al mondo con un budget annuale di un miliardo di dollari. Progettato dal grande architetto I.M. Pei (firma della Pyramide del Louvre di Parigi), il museo monumento si ispira alle fontane della moschea egiziana di Ibn Tulun. La collezione è ricca nel suo genere poiché mostra un ampio spettro di artefatti creati sotto l’influenza islamica, dall’Andalusia sino all’Estremo Oriente.

Dopo circa 18 mesi di chiusura per riallestimento, il museo ha riaperto in ottobre, con oltre mille nuovi manufatti nella collezione permanente, inclusa una sala ottomana. Una vista mozzafiato del Museo di Arte islamica e del moderno skyline può essere ammirata dal porto dei dhow, le tradizionali barche per i pescatori di perle. L’accatastamento di queste imbarcazioni invita a immaginare la difficoltosa vita a bordo, dove per molte settimane i pescatori vivevano nell’arso clima estivo dedicandosi alla raccolta delle ostriche, unica fonte di reddito per la maggior parte dei qatarioti fino agli anni ’30. La pesca delle perle prevedeva uno stile di vita precario ma tuttora considerato una preziosa eredità culturale, celebrata con annuali festival e commemorazioni.

Dall’alba al tramonto e per tutta la notte, residenti di tutti i segmenti della società si riuniscono al porto per bere karak, il tradizionale tè al latte speziato. A pochi passi dal porto, il Souq Waqif (mercato permanente)occupa il cuore della città. Il suq sorge su un terreno bonificato, costituito in passato da bancarelle mobili e negozi «pop up» per via delle maree. Dall’inizio del Novecento, le tradizionali case di fango hanno sostituito i negozi mobili, e fortunatamente hanno ritrovato una nuova luce grazie a un attento recupero conservativo nel 2008. Essendo uno dei siti più visitati del Qatar, Souq Waqif brulica di persone che gironzolano per le strette stradine tra aromi di spezie e profumi, sete, gioielli, artigianato locale e ristoranti. Le tappe da non perdere includono «Pahlawan», un negozio gestito da un vecchio pescatore di perle, e il nascosto «Majlis Al Dama», uno spazio comune per sorseggiare il caffè arabo e ascoltare le storie degli anziani della comunità, o osservare i qatarioti intrattenersi nei giochi da tavolo.

Al confine con il vecchio mercato, a cui è collegato da un tunnel pedonale, sorge Msheireb Downtown Doha, un quartiere improntato alla sostenibilità che unisce elementi dell’architettura del Qatar con la moderna tecnologia, facendo rivivere una parte storica della città. Oltre ai nuovi edifici residenziali e commerciali con concept store e gastronomia di tendenza, Msheireb conserva quattro case tradizionali nello spazio collettivo dei Msheireb Museums. Queste case museo offrono uno spaccato sul passato del piccolo distretto, la vita familiare quotidiana, la storia della schiavitù del Paese e il percorso dalle prime esplorazioni petrolifere fino alle odierne esportazioni di gas naturale. Msheireb ospita anche un’altra istituzione museale sotto l’egida di Qm: M7, un hub per l’innovazione e le startup di moda e design con mostre temporanee. Dopo Christian Dior nel 2021, protagonista della stagione 2022, durante la Fifa World Cup, è Valentino.

Oltre i grattacieli della capitale, si trova l’Education City, un intero distretto sul futuro dell’educazione del Paese, con strutture come il campus della Qatar Foundation, organizzazione senza scopo di lucro per l’istruzione, la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo della comunità. In linea con la «visione nazionale del 2030» proposta dall’emiro sceicco Tamim Bin Hamad Al Thani del Qatar, Education City ospita inoltre centri di ricerca e tecnologia all’avanguardia, scuole, un ospedale, enti di beneficenza e università, tra cui la Georgetown University, la Texas A&M e la Weill Cornell Medicine. Aperti alla comunità, la Biblioteca Nazionale del Qatar, l’Oxygen Park, l’Al Shaqab Equestrian Center e il Mathaf, Arab Museum of Modern Art sono collegati con una linea tramviaria. Qui si trova anche «The Miraculous Journey», la discussa scultura pubblica di Damien Hirst che rappresenta la crescita di un feto all’interno dell’utero, dal concepimento alla nascita, attraverso 14 statue di bronzo.

Al Shamal: il Nord
Per gli appassionati di archeologia, il Nord della penisola è l’ideale per rintracciare i primi insediamenti del Qatar. Partendo sempre da Doha, sulla rotta verso il Nord del Paese s’incontrano le torri Barzan, il pozzo Ain Hleetan e il forte di Al-Rekayat (Pozzo). Queste architetture offrono uno sguardo sullo stile di vita del passato, in particolare sulla protezione delle rare risorse idriche. Infatti, sebbene sia racchiuso dalla distesa d’acqua del Golfo Persico, il Qatar non è attraversato da alcun fiume. Tra il IX e l’XI secolo, le prime civiltà islamiche intorno a Murwab costruirono le fortificazioni dell’attuale sito archeologico proprio per preservare il bene più prezioso, l’«oro blu». Recenti scavi hanno rivelato più di 200 case, un palazzo, officine e moschee.

L’insediamento e il Forte di Zubarah offrono un’immersione completa nelle prime testimonianze di vita comunitaria in Qatar e nelle attività commerciali del villaggio costiero nel XVII secolo. Ancora a Nord, il villaggio portuale di Ruwais segna il punto più settentrionale della penisola. Qui si trova una moschea risalente al XVII secolo, tra le più antiche del Qatar: un perfetto esempio di architettura rurale islamica con il suo minareto costruito con fango, ghiaia e argilla.

La scoperta di antiche civiltà ci porta alle misteriose incisioni rupestri di Al-Jassasiya vicino alle spiagge di Fuwairit e Maroona, nel Nord-Est. Scoperte nel 1957, sono disegni «ritagliati» nel terreno roccioso e denominati petroglifi, che i ricercatori hanno individuato in forma di barche, stelle, coppe, e una serie di antichi giochi.

Da Al Jassasiya e lungo la costa ovest, un’inaspettata foresta galleggiante di mangrovie spezza l’azzurro cristallino del mare. Gli alberi crescono nell’acqua salata del Golfo Persico creando un habitat perfetto per la fauna selvatica del Qatar, costituita da uccelli migratori e fenicotteri. Nelle acque più profonde nella foresta, l’isola di Bin Ghannam è accessibile attraverso una passeggiata lungo un ponte di legno collegato alla terraferma. Luogo di incontro e commercio in passato, l’isola appare anche nelle storie degli abitanti della Penisola Arabica. Caratteristica di questa terra sin dal II secolo è la conchiglia di murice, dalla quale gli isolani estraggono una particolare tintura dalle tonalità purpuree, apprezzata dalle corti e dalle autoritòà religiose europee, esportata e nota come «rosso cardinale». Il fatto che il colore della bandiera qatariota sia ispirato proprio alla tintura tratta dal murice confermerebbe le origini del Qatar esattamente in quest’isola.

Al Janoub: il Sud
Seguendo la progressione del sole, l’itinerario ci porta a Sud per scoprire il Qatar sportivo. Nel Sud di DOHA, lo Stadio 974 (già stadio Ras Abu Aboud) commemora la lunga tradizione di attività commerciali e marittime del Qatar. L’impianto, che prende il nome dal codice telefonico internazionale del Qatar, sorprende per il suo design (progetto di Albert Speer jr, figlio del celebre architetto e ministro di Hitler, Ndr), costituito da container riciclati e riassemblati, ed è economicamente sostenibile e smontabile. Più a sud, si trova lo stadio Janoub-Al Wakrah, una vera e propria opera d’arte firmata da Zaha Hadid. Le ispirazioni dello studio dell’architetta angloirachena (scomparsa nel 2016) per questa scultura architettonica sono il vento, il mare e le vele spiegate dei tipici dhow. Lo stadio ricorda gli artigiani che vivevano nella città costiera specializzati nella costruzione di solide imbarcazioni in grado di resistere fino a 200 anni di viaggi sui mari.

Lasciandosi alle spalle gli insediamenti sportivi recenti, le morbide dune del deserto inghiottono i viaggiatori in uno spazio utilizzato per sport di comunità (kitesurfing, immersioni subacquee e quad dune bashing), ma ancora permeato dall’eredità beduina. Nel corso dei secoli, infatti, i nomadi del Qatar hanno abitato il deserto, praticando la falconeria e tessendo tende di lana e pelo di cammello conosciute come «Bayt al-shar» (casa dei capelli).

Al Gharb: l’Ovest
Dalle dune sabbiose alle pianure rocciose del Qatar, l’itinerario nel Paese «non solo del petrolio» ci porta a Ovest fino al Museo dello sceicco Faisal Bin Qassim Al Thani (Fbq Museum) ad Al-Shahaniya. Il museo privato, inaugurato nel 1998, incarna l’esempio di un moderno gabinetto di curiosità con oltre 30mila oggetti: arte islamica e del Qatar, storia naturale, automobili. Il museo, costruito con pietra locale, testimonia la lunga passione del suo fondatore per il collezionismo, mentre le ampie gallerie raccontano storie di diverse culture materiali e tradizioni tuttora viventi.

Nella stessa città, l’Ippodromo per le corse dei cammelli si estende per diversi chilometri per consentire ai mammiferi gare su lunghe distanze, anche fino a 10 chilometri. Nato come una tradizione dell’intrattenimento nuziale, il «camel racing» è diventato uno sport nazionale, largamente trasmesso in televisione e amato da Amir Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani, emiro dal 1995 al 2013 e padre dell’attuale emiro Tamim bin Hamad Al Thani.

Il sole tramonta sulla costa occidentale del Qatar nella riserva naturale di Brouq. Tra gli altri animali autoctoni, l’orice, animale nazionale del Qatar e simbolo della compagnia aerea di bandiera, pascola nelle oasi verdeggianti. Percorrendo i margini più occidentali della penisola, la topografia cambia. Su un’ampia pianura rocciosa, quattro lastre d’acciaio alte 14 metri tagliano in verticale un paesaggio altrimenti totalmente piatto. È la grandiosa installazione di Richard Serra «East Meets West» (2014), che mette in contatto i viaggiatori con l’arte e la natura circostante, dove l’Oriente incontra l’Occidente.

Qui tutti gli articoli della serie «Viaggiare con gli esperti»

Sarah Schroeder è curatrice al Fbq Museum, Al-Shahaniya, Qatar
Claudio Cravero è Chief Curator Zayed National Museum, Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti

 

Il Forte di Zubarah

«East-West/West-East» (2014) di Richard Serra, deserto di Zekreet, Qatar

L’isola di Bin Ghannam

I pietroglifi rupestri di Al-Jassasiya

Lo stadio Janoub-Al Wakrah progettato da Zaha Hadid a Doha

Sarah Schroeder, Claudio Cravero, 17 novembre 2022 | © Riproduzione riservata

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