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Melania Lunazzi
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A 22 anni di distanza dal sisma del 1976 che la rase al suolo con due scosse a distanza di pochi mesi, la cittadina friulana di Venzone aveva già ripristinato gran parte dei suoi monumenti e del suo tessuto urbano grazie ad un intenso lavoro di recupero e ricostruzione filologica dell’esistente.
Oggi la sua immagine è evidentemente un emblema nazionalpopolare tanto da essere proclamato il «borgo più bello d’Italia» nella trasmissione di Rai3 «Alle falde del Kilimangiaro». È dunque una cittadina ricostruita per anastilosi dopo un terribile terremoto l’emblema del borgo medioevale per antonomasia, almeno secondo il pubblico della televisione generalista e una giuria composta, tra gli altri, dal critico d’arte Philippe Daverio (che avrebbe preferito Arquà Petrarca).
Non sembra una coincidenza il fatto che questa elezione sia avvenuta nel periodo in cui si discute la ricostruzione dei borghi terremotati del Centro Italia e a breve distanza dall’anniversario dei 50 anni dal sisma del 1976, ricordato nel 2016 in Friuli con mostre ed eventi. A Venzone venne infatti applicato rigorosamente il principio del «dov’era com’era», ovvero del recupero delle pietre originali degli edifici distrutti. Principio grazie al quale tra la metà degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta venne ricostruita non solo la cinta muraria della città, pietra su pietra, ma anche, tra l’altro, il Duomo trecentesco di Sant’Andrea, in pietra locale, la Cappella di San Michele, nella cui cripta si custodiscono le famose mummie, e il Palazzo Comunale, già raso al suolo una prima volta nel gennaio del 1945 durante un bombardamento aereo e ricostruito per anastilosi tra il 1952 e il 1959 dalla Soprintendenza. Venzone si era candidata accanto ad Arquà Petrarca (Veneto), Canale di Tenno (Trentino Alto Adige), Castel Gandolfo (Lazio), Castelmezzano (Basilicata), Castiglione di Sicilia, Conca dei Marini (Campania), Fiumefreddo (Calabria), Gressan (Valle d’Aosta), La Maddalena (Sardegna), Montecassiano (Marche), Montegridolfo (Emilia-Romagna), Orta San Giulio (Piemonte), Otranto (Puglia), Panicale (Umbria), Rocca San Giovanni (Abruzzo), Suvereto (Toscana), Tellaro (Liguria), Vastogirardi (Molise) e Zavattarello (Lombardia).
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