Negli ultimi mesi l’arte è riuscita come mai prima d’ora a trovare un proprio territorio di espressione fuori dalle mura di spazi espositivi e gallerie. A Gibellina, tuttavia, questo concetto è alla base della costruzione stessa della città, progettata come museo a cielo aperto dopo la devastazione causata dal terremoto che colpì la Sicilia nel 1968, grazie alla visionarietà dell’allora sindaco Ludovico Corrao che affidò ad alcuni dei maggiori artisti del Novecento il compito di immaginare gli spazi della rinascita.
La stessa idea è alla base anche di Images Gibellina, festival di fotografia open air, alla sua terza edizione, sotto la direzione artistica di Arianna Catania e Stefano Stoll. Dal 30 luglio fino al 29 agosto la città accoglie le 25 esposizioni indor e outdoor, alle quali, nelle giornate inaugurali si aggiungono incontri, workshop, proiezioni, videomapping e visite guidate.
Organizzata in collaborazione con la Biennale svizzera Images Vevey, la manifestazione si articola a partire dal tema della «molteplicità», con lavori che indagano la complessità del nostro tempo attraverso il medium fotografico. Jun Ahn, Bruce Gilden, Maurizio Galimberti, Cécile Hummel, Francesco Jodice, Nicola Lo Calzo, Batia Suter, Hayahisa Tomiyasu, sono solo alcuni degli artisti i cui lavori sono chiamati a dialogare con gli storici edifici e le monumentali piazze della città belicina.
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