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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliMain partner di Artissima, Intensa Sanpaolo è una delle forze propulsive più grandi dell’autunno torinese dell’arte contemporanea. Tante le iniziative con cui sostiene e accompagna l’art week e in particolare il suo fiore all’occhiello, la 32ma edizione della fiera. Uno stand all’Oval è riservato all’anteprima della prossima grande mostra che nel 2026 occuperà le sale di Palazzo Turinetti. Si tratta di una selezione di lavori di Anastasia Samoylova (1984), fotografa statunitense di origine russa che indaga il legame tra ambiente, immaginario collettivo e identità culturale con un linguaggio che unisce documentazione e costruzione visiva.
Dopo il trasferimento a Miami nel 2016, l’artista ha sviluppato una pratica immersiva culminata nel progetto «FloodZone», una riflessione sul fragile equilibrio tra vita urbana e vulnerabilità climatica. Nel progetto «Image Cities», estende la sua ricerca ai contesti metropolitani globali, osservando come la sovrabbondanza di immagini e messaggi pubblicitari ridisegni la percezione dello spazio urbano contemporaneo. Anastasia Samoylova ha fotografato 17 metropoli tra le più influenti al mondo, scelte sulla base dei criteri individuati dal Global and World Cities Research Network: finanza, contabilità, pubblicità e diritto. Avviato nel 2021 tra Mosca e New York, il lavoro si è poi esteso a città come Los Angeles, Toronto, Londra, Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Tokyo, Madrid, Milano, Zurigo e Barcellona. Samoylova esplora il paesaggio urbano globale come un grande palcoscenico, dove la vita reale si confonde con la messinscena dell’immagine. Gli enormi cartelloni pubblicitari che ricoprono facciate e cantieri diventano quinte monumentali, elementi che abbelliscono, ma al tempo stesso omologano gli spazi, cancellando l’identità dei luoghi. Nelle sue fotografie, le figure umane appaiono minuscole di fronte a sfondi saturi e idealizzati: «L’anima autentica delle città si dissolve dietro la patina visiva di un mondo globalizzato, dominato, come afferma l’artista, da “un’estetica del sublime” che trasforma i paesaggi reali in proiezioni delle nostre fantasie collettive». Il suo lavoro sarà al centro di una mostra commissionata da Intesa Sanpaolo, che verrà ospitata alle Gallerie d’Italia di Torino nel 2026.
E sempre nei giorni di Artissima la sala immersiva delle Gallerie d’Italia-Torino ospita la quarta edizione della rassegna dedicata al film e al video d’artista, con opere di artisti e autori presenti in fiera. Curata da Luca Lo Pinto e intitolata «The Screen is a Muscle», la mostra trasforma lo spazio ipogeo in una palestra per allenare le facoltà percettive, proiettando ogni video in un momento e in un punto diverso dello spazio. «Lo spazio sotterraneo delle Gallerie d’Italia è uno spazio unico nel suo genere in quanto è un enorme rettangolo dove al posto delle pareti l’intero perimetro è ricoperto da schermi» racconta il curatore. Il visitatore si muove in un flusso di immagini che attiva un parallelismo tra il movimento del corpo e quello dello sguardo, un flusso ispirato a The Mind is a Muscle (1968) di Yvonne Rainer, pioniera della danza postmoderna, che aveva aperto la strada a una nuova idea di corpo emancipato da regole e convenzioni, fondato su un continuo gioco di rimandi tra chi guarda e chi è guardato «The Mind is a Muscle è un manifesto di un approccio assolutamente originale nel concepire un’opera che intreccia il movimento dei corpi, delle immagini e del suono nello spirito del suo celebre No Manifesto del 1965: No to spectacle. No to virtuosity. No to transformations and magic and make-believe. No to the glamour and transcendency of the star image. No to the heroic. No to the anti-heroic. No to trash imagery. No to involvement of performer or spectator. No to style. No to camp. No to seduction of spectator by the wiles of the performer. No to eccentricity. No to moving or being moved. Mi piaceva omaggiarla a partire dal titolo, applicando un approccio simile al dispositivo stesso della mostra», spiega il curatore. Le opere scorrono una dopo l’altra in un flusso circolare, in continuo divenire. Interventi sonori ideati da Martina Ruggeri introducono pause e variazioni ritmiche. Tra gli artisti in mostra Bruce Conner (Thomas Dane, Napoli); Julia Scher (Esther Schipper, Berlino, Parigi); Shahryar Nashat, James Richards (Sylvia Kouvali, Londra, Pireo); Eva & Franco Mattes (Apalazzo, Brescia); Low Jack & Invernomuto (Pinksummer, Genova); Tommy Malekoff (Zero…, Milano). «La mostra è ideata come un’opera composta a sua volta di tante opere. Ho pensato che sarebbe stato stimolante includere degli intervalli sonori che potessero dare un respiro alle proiezioni dei vari video trasformando la sala in una sorta di grande cassa sonora. Martina Ruggeri ha composto appositamente dei pezzi, dopo aver studiato il linguaggio e l’atmosfera dei vari lavori. Sono opere di artisti che appartengono a generazioni diverse. Bruce Conner è un nome tutelare in quanto ha sempre operato fuori dagli schemi e trasversale. Julia Scher è in mostra con un’opera recente, quasi mai esposta, che dimostra la vitalità di una ricerca sull’uso e l’abuso della tecnologia. Tutti gli artisti in mostra operano su piani linguistici e contesti differenti (penso a invernomuto e Low Jack, SAGG Napoli o Tommy Malekoff) confrontandosi con una riflessione sul corpo, sugli stereotipi di genere, sul digitale, sulla natura urbana e tecnologica senza cadere mai nella retorica e auto-referenzialità. È una mostra che dura solo quattro giorni nei giorni della fiera durante i quali la città di Torino ha un’offerta culturale enorme. Ho cercato di immaginare un progetto che potesse reggere l’attention economy di questo tipo di situazione e che si rivolgesse ad un pubblico trasversale. La mostra fornisce un ritratto, seppure effimero, di una società in cui la produzione di immagini e di immagini in movimento è praticamente infinita. Tutti siamo insieme produttori e consumatori. La tecnologia da strumento si è fatto linguaggio in cui la dimensione poetica e politica vanno di pari passo», conclude il curatore.
Oval Lingotto, via Giacomo Mattè Trucco, 70, To, ven-sab 12-20, dom 11-20, tel. 011/19744106, artissima.it, «Anastasia Samoylova @ Artissima 2025» dal 31 ottobre al 2 novembre (inaugurazione su invito giovedì 30 ottobre). Gallerie d’Italia-Torino, piazza San Carlo 156, To, gallerieditalia.com, «The Screen is a Muscle»