Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Una veduta dell’allestimento dell’International Centre for the Image

© PhotoIreland - International Centre for the Image, 2025

Image

Una veduta dell’allestimento dell’International Centre for the Image

© PhotoIreland - International Centre for the Image, 2025

Uno spazio espositivo per PhotoIreland

L’organizzatore del festival di fotografia più longevo d’Irlanda avrà una sua sede permanente nei docklands orientali di Dublino: l’International Centre for the Image

Richard Conway

Leggi i suoi articoli

Nei docklands orientali di Dublino, dove le gru punteggiano lo skyline e i grattacieli si estendono su ex magazzini, PhotoIreland, l’organizzazione che si occupa del festival di fotografia più longevo d’Irlanda, si appresta a lanciare il suo progetto più ambizioso: l’International Centre for the Image, uno spazio dedicato alla fotografia e alla cultura visiva.

Il centro aprirà il 17 luglio con «Foreword», una mostra che presenta «Gamanké Museum» (2025) dell’artista maliano-francese Anna Safiatou Touré, «Run» (2022) dell’americano Alex Prager, «House of Memory» (2022) del’irlandese-iracheno Basil Al-Rawi e altre 12 opere, e che esplora il modo in cui le immagini plasmano il potere, la percezione e l’estremismo.

PhotoIreland, un’associazione non profit con sede a Dublino, è nota soprattutto per The Library Project, il suo celebre negozio e biblioteca di libri fotografici nel quartiere centrale di Temple Bar, oltre che per i suoi festival, le mostre annuali pop-up e il lavoro editoriale, tra cui la rivista «Over». La nuova sede sotterranea di mille metri quadrati, raggiungibile attraverso un ingresso vetrato da Mayor Street, si trova sotto un complesso a uso misto sviluppato da Kennedy Wilson, ed è finanziata da quest’ultimo e dall’Ireland’s Arts Council.

Si tratta del primo spazio espositivo permanente dell’organizzazione, costituito da uno studio, un’area di lavoro dedicata agli artisti e la biblioteca di PhotoIreland (la libreria rimarrà a Temple Bar). Il trasferimento a est porta con sé la sfida di attirare il pubblico lontano dal centro culturale di Dublino, che già ospita il Photo Museum Ireland, gestito in modo indipendente.

Il direttore Ángel Luis González Fernández afferma che il gruppo ha deliberatamente evitato di usare la parola museo quando ha dato il nome al nuovo centro per evitare associazioni con un approccio curatoriale gerarchico. E aggiunge: «Si tratta di rendere lo spazio il più aperto possibile».

Una veduta della nuova sede del PhotoIreland. © Richard Conway

Una nuova era per PhotoIreland

Il centro segna un cambiamento di scala e di ambizione per il gruppo, che passa da produttore di festival a vera e propria istituzione. PhotoIreland era da tempo alla ricerca di uno spazio espositivo permanente, così quando Kennedy Wilson ha offerto un sito che aveva destinato a uso culturale, González Fernández ha colto l’occasione.

«Foreword» sembra essere sia una mostra inaugurale sia una dichiarazione curatoriale, che allarga l’attenzione del gruppo dalla fotografia all’immagine in movimento e alla cultura visiva in generale. «Esiste una storia culturale ampia e profonda, che è stata occlusa da pochi decenni di media visivi», afferma uno degli artisti in mostra, Basil Al-Rawi, il cui lavoro si basa su archivi di immagini personali e sull’estetica dei giochi di ruolo elettronici. A suo avviso, le rappresentazioni fotogiornalistiche dell’Iraq spesso ritraggono il Paese come una zona di conflitto a scapito della complessità culturale: «La fotografia è profondamente coinvolta in questa errata rappresentazione».

La nuova sede di PhotoIreland la colloca in prima linea nel dibattito sui nuovi spazi artistici della città e sulla loro collocazione. I docklands di Dublino (una storica area operaia, ora sede di uffici, appartamenti e bar) hanno subìto un’enorme trasformazione negli ultimi anni. Le infrastrutture culturali, tuttavia, hanno tardato ad arrivare. Ma ci sono segnali che indicano che gli abitanti della zona potrebbero reagire positivamente. L’anno scorso PhotoIreland ha allestito una mostra pop-up nelle vicinanze, che ha suscitato un notevole interesse da parte dei passanti. «Erano fuori con il loro cane ed entravano. E il giorno dopo li vedevi di nuovo entrare per guardare qualcos’altro, dice Julia Gelezova, curatrice e direttore generale di PhotoIreland. Credo sia dovuto al fatto che eravamo nuovi nella zona. La gente era curiosa».

Richard Conway, 16 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

Uno spazio espositivo per PhotoIreland | Richard Conway

Uno spazio espositivo per PhotoIreland | Richard Conway