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Francesco Guardi, Pio VI prende congedo dal Doge (Collezione Astorre Meyer. Lotto 202, stima € 220.000 - 320.000)

Finarte

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Francesco Guardi, Pio VI prende congedo dal Doge (Collezione Astorre Meyer. Lotto 202, stima € 220.000 - 320.000)

Finarte

Una grande tela di Francesco Guardi guida l’asta old master di Finarte

«Pio VI prende congedo dal Doge», stimato 220-320 mila euro, è un dipinto che porta con sé una storia fatta di grandi esposizioni e un vincolo ministeriale che la protegge dal 1987

Camilla Sordi

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Entrare nel catalogo della prossima asta di Dipinti e Disegni Antichi di Finarte, in programma a Roma il 26 novembre, significa varcare una soglia temporale. Non quella rassicurante dei manuali scolastici, ma un sentiero più irregolare, fatto di scoperte, riemersioni inattese e opere che chiedono allo spettatore di fermarsi un momento, ascoltare, e riconoscere tutto ciò che la pittura antica è ancora capace di raccontare. Quaranta dipinti, provenienze riservate. Il percorso, curato dal dipartimento diretto da Valentina Ciancio, procede come una lente che si avvicina e si allontana, ricostruendo un paesaggio in cui quattro secoli di arte si sfiorano senza confondersi. È un viaggio che parte dalle scuole quattrocentesche e approda alle invenzioni del Settecento, toccando maestri affermati e nomi che aspettano da tempo di essere riportati alla luce.

Il cuore simbolico della vendita è affidato alla grande tela di Francesco Guardi, «Pio VI prende congedo dal Doge» (stima 220–320 mila euro), un dipinto che porta con sé non solo la magnificenza del gesto cerimoniale ma anche una storia fatta di esposizioni e bibliografie, oltre al vincolo ministeriale che la protegge dal 1987. È un’opera che sembra aprire una stanza sulla Venezia settecentesca, il teatro delle sue solennità, e quel modo unico di far vibrare la luce nell’aria come fosse materia viva.

Bottega di Orazio e Artemisia Gentileschi, Giuditta con la testa di Oloferne. Stima € 70.000 - 100.000

Jacopo Parisati, detto Jacopo da Montagnana, Madonna con Bambino. Stima € 35.000 - 50.000

Prima e dopo Guardi, la scena si popola di figure che appartengono alla stagione più formativa della pittura europea. Jacopo da Montagnana con una «Madonna con Bambino» (stima 35–50 mila euro) delicata e solenne, vicina agli echi mantegneschi della sua formazione; Pieter Coecke van Aelst propone lo stesso tema con un tono internazionale, quasi già moderno nel respiro compositivo, con una stima di 35–50 mila euro. Poi arriva la sorpresa: il «Compianto su Cristo morto» di Giovanni Francesco Crivelli (stima 8–12 mila euro), un dipinto firmato ma mai apparso sul mercato, quasi una lettera dal passato riemersa dopo secoli.

Il Seicento spalanca le sue ombre e i suoi bagliori con la stessa intensità che attraversa il tuo articolo di riferimento, tra inquietudine e rivelazione. La «Giuditta e Oloferne» della bottega di Orazio e Artemisia Gentileschi (stima 70–100 mila euro) racconta la fase in cui la giovane Artemisia affina la propria voce accanto al padre, già capace di quel taglio drammatico che segnerà tutta la sua carriera. Poco distante, Giovanni Battista Spinelli porta in scena il suo «Davide festeggiato dalle fanciulle di Israele» (stima 40–60 mila euro): un’opera febbrile, animata da quella luce quasi alchemica che rende il pittore calabrese una figura sempre più ricercata. E arriva anche Valerio Castello, con un’inedita «Sant’Orsola» (stima 10–15 mila euro) che mescola estasi e malinconia, una devozione vibrante che sembra appartenergli come un tratto naturale.

Ci sono poi pittori che agiscono per sottrazione, come Matthias Stomer, con il suo «Sant’Andrea» (stima 15–25 mila euro) immerso in una penombra palpabile, o l’anonimo fiammingo della «Natura morta di frutta con scimmia» (stima 7–10 mila euro), un piccolo teatro barocco dove la vita quotidiana si confonde con la meraviglia. E ancora l’incanto rocaille del «Trionfo di fiori» di Andrea Belvedere (stima 25–35 mila euro), una celebrazione scenografica del colore che sembra spingere il catalogo verso il secolo successivo.

Camilla Sordi, 25 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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