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Federico Florian
Leggi i suoi articoliPer la prima volta nella storia di Artissima, la sezione «In mostra», vetrina per i musei e le collezioni piemontesi, assume la conformazione di una vera e propria esposizione collettiva che raccoglie le opere di 31 artisti, tra i quali Alis/Filliol, Lupo Borgonovo, James Lee Byars, Elmgreen&Dragset, Urs Fischer, Carol Rama e Lawrence Weiner. Il curatore Stefano Collicelli Cagol descrive il progetto.
Perché ha deciso di chiamare la mostra «Inclinazioni»?
L’esposizione esplora il tema dell’inclinazione nelle sue diverse accezioni, per esempio personale, artistica, sessuale e politica, e nei suoi rimandi alle scienze (il clinamen e i suoi echi nelle scoperte della fisica del XX secolo) e alla filosofia. In particolare, come suggerito da Adriana Cavarero nel suo libro omonimo, da cui la mostra prende liberamente ispirazione, la postura inclinata rimanda al mutuo riconoscimento di una condizione di vulnerabilità e di precarietà che accomuna tutti i soggetti e gli oggetti in ogni momento della loro esistenza. Il tema è in linea con il momento culturale che stiamo vivendo in Italia e si addice alla spazialità della città di Torino; permette inoltre di far emergere la diversità e la qualità del lavoro delle 23 istituzioni piemontesi che partecipano al progetto attraverso una quarantina tra opere e materiali, che ho selezionato in dialogo con ciascuna di esse.
Qual è l’obiettivo del progetto «In Mostra» e quale la sua relazione con la fiera?
«In Mostra» è un progetto pensato per dare spazio all’interno di Artissima a 23 istituzioni che operano in Piemonte nel contemporaneo: dai grandi musei (Castello di Rivoli e Gam) e fondazioni (Merz, Sandretto Re Rebaudengo e Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, Fondazione Crt) a spazi indipendenti (come Cripta 747), a collezioni private (Collezione La Gaia), ad associazioni (Barriera), a istituzioni operanti nel territorio (Eco e Narciso) o focalizzate sull’educazione di giovani artisti (per esempio l’Accademia Albertina, Spinola Banna o Resò). «In Mostra» è una piattaforma che offre visibilità a queste realtà grazie agli oltre 40mila visitatori che in quattro giorni ci si aspetta visiteranno l’Oval. A differenza del resto della fiera, però, le opere di «In Mostra» non sono in vendita. La sezione non solo presenta opere altrimenti difficilmente visibili al pubblico di Artissima; in alcuni casi i lavori possono rimandare a mostre in corso o future organizzate da alcune delle istituzioni ospitate, come quella, in corso al Pav, di Piero Gilardi e Ugo La Pietra, o quella sugli anni Settanta in Italia prevista per il 2016 da Camera-Centro Italiano per la fotografia.
In che modo la mostra sarà strutturata all’interno dell’Oval?
In passato nel progetto di «In Mostra», privo di curatela, ciascuna istituzione presentava all’interno di uno stand la propria opera. Quest’anno, trattandosi di curare una vera e propria esposizione, ho ritenuto necessario abbandonare la presentazione a stand delle istituzioni e sfruttare al meglio i circa 700 metri quadrati dell’Oval a disposizione del progetto. Sempre nella parte sinistra dell’edificio, la mostra è centrata rispetto all’asse del decumano della fiera, senza alcuna barriera architettonica frapposta tra gli stand delle gallerie e le opere esposte, amplificando in questo modo la visibilità del progetto e dei suoi lavori. Liberamente disposte nello spazio e organizzate in piccoli arcipelaghi, le opere e i materiali presenti a «In Mostra» restituiscono già a un primo colpo d’occhio la ricchezza del panorama istituzionale piemontese. Allo stesso tempo, una mostra sul tema dell’inclinazione allestita in una città come Torino non può non tenere conto della struttura urbanistica a griglia della città. Alla rettilinearità della città in cui sorge l’Oval, l’esposizione rende omaggio con i muri perimetrali che delimitano lo spazio di «In Mostra». Inoltre, proprio perché la rettilinearità è spesso associata alla nozione di rettitudine, «Inclinazioni» propone un salutare controcanto creando un campo di tensioni all’interno del quale i visitatori sono invitati ad addentrarsi, a errare e a fare esperienza della postura inclinata.
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