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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliRoma. È stato presentato oggi nella sede dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) di Palazzo Altieri il MuVir, ovvero il museo virtuale delle collezioni delle banche in Italia, che raccoglierà oltre 300mila opere d’arte tra dipinti, sculture, arazzi, ceramiche e molto altro quasi sempre invisibili, mettendole a disposizione della collettività.
Un progetto importante, sulla scia dei banchieri-umanisti dei secoli scorsi, che sottolinea il virtuoso contributo degli istituti di risparmio e di credito alla tutela, conservazione, conoscenza e divulgazione del nostro patrimonio culturale, soprattutto nei decenni passati, come ricorda il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci: «Negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso le altre grandi nazioni europee come la Francia e la Germania ci invidiavano la rete diffusa dei nostri istituti bancari legati al territorio e fortemente autonomi, che sostenevano la cultura con acquisti di opere, poi magari concesse in prestito permanente ai musei civici del luogo, pubblicazione di studi anche estremamente specialistici, recuperi e restauri».
Oggi in Italia, come già da tempo negli altri Paesi, le banche sono accorpate, l’autonomia è molto ridotta e così il legame con il territorio, anche se qualcosa sopravvive, nonostante gli ultimi sette anni di crisi. E un segno è questo grande progetto che rilancia con tecnologie moderne la possibilità di ricerca, tutela, formazione, studio e fruizione di un patrimonio, quello delle banche, vasto e di grande valore.
Nella realtà tuttavia rimane un patrimonio non fruibile, per quanto non più nascosto, a parte singole iniziative come quella annuale e di successo di «Invito a Palazzo», che in quest’ultima edizione di ottobre scorso ha visto ampliare l’offerta con l’aggiunta di alcune sedi di fondazioni bancarie e delle due sedi storiche di Roma e di Genova della Banca Nazionale. Ma il ministro Franceschini, pure presente, rivela che è allo studio uno spazio, forse Venaria Reale, destinato a esporre dal vivo, a rotazione, queste collezioni.
Nel frattempo ci sarà il MuVir, che avrà un primo step operativo la prossima primavera con l’apertura della prima «ala digitale» riservata alle opere di Otto e Novecento. La piattaforma web, in italiano e in inglese, segue criteri di catalogazione riconosciuti che offrono la possibilità di dialogare con le altre grandi reti culturali mondiali. Ogni opera sarà consultabile e corredata di scheda, nei casi di maggior rilievo con approfondimenti storico-artistici. Si potranno studiare le opere nei particolari, osservare le sculture nella loro tridimensionalità, immergersi nel museo in 3D e allestire una propria collezione personale.
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Una simulazione del MuVir, Museo virtuale delle Banche Italiane
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