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Monica Trigona
Leggi i suoi articoliIl 2025 parigino sorprende con un cortocircuito visivo e concettuale: un frammento di Cretaceo tardo installato come un’opera di punta in un contesto dominato da Soulages e Picasso. Il protagonista è un giovane Triceratops prorsus, la specie più rara tra le varianti riconosciute del celebre dinosauro cornuto, di cui Gros & Delettrez presenterà il cranio originale, preservato per oltre il 70%, in un’asta monografica fissata per giovedì 11 dicembre 2025. L’oggetto, recuperato nella Lance Formation del Wyoming, arriva a Parigi come un emissario di un mondo estinto 66 milioni di anni fa. Misura circa 1,80 m e conserva integralmente corna e naso: una sopravvivenza improbabile, quasi miracolosa, che mette in crisi il concetto stesso di perfetta conservazione.
Il cranio di Triceratops prorsus, tardo Cretaceo, Lance Formation del Wyoming, Stati Uniti, stima: 300mila-500mila euro. Courtesy of Gros & Delettrez
Come accade sempre più spesso nel mercato internazionale, il confine tra oggetto scientifico e oggetto estetico si assottiglia, fino a dissolversi. In questa asta, la dinamica è dichiarata: il teschio sarà presentato accanto a una gouache di Pierre Soulages del 1963 e a un olio di Pablo Picasso del 1943, in un allestimento che ragiona sulle forme elementari, sui neri assoluti, sulla tensione primordiale della materia.
La scelta di Gros & Delettrez di isolare il fossile come unico lotto della vendita è una mossa «quasi museografica»: sottrae il pezzo al rumore delle aste collettive e lo trasforma in evento. Una sorta di capsula del tempo esposta al pubblico dal 9 all’11 dicembre nel nuovo spazio di rue de Bérite, nel sesto arrondissement, in un triangolo di eleganza borghese che comprende Le Bon Marché e l’Hôtel Lutetia.
La consulente scientifica Jonica Dos Remedios ha sottolineato la rarità di un esemplare giovanile di T. prorsus, prezioso per lo studio della crescita e dello sviluppo di questo genere iconico. In effetti, proprio gli individui giovani sono i più difficili da trovare: i predatori, l’erosione e la fragilità stessa delle strutture ossee hanno reso la loro sopravvivenza infinitamente improbabile. È un paradosso del tempo: per arrivare fino a noi, un cranio del Cretaceo deve aver attraversato un numero inimmaginabile di condizioni favorevoli. Eppure eccolo qui, in un ambiente urbano del XXI secolo, pronto a trasformarsi da dato scientifico a simbolo culturale. L'enorme cranio diventa un oggetto-totem, un frammento di cosmologia terrestre, un punto di intersezione tra scienza, collezionismo, archeologia del tempo profondo e desiderio umano di trattenere l’irreversibile. Gros & Delettrez, che dal 1983 costruisce un dialogo costante tra tradizione e nuovo collezionismo, firma così una delle aste più singolari della stagione europea.
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