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Éric Tariant
Leggi i suoi articoliÈ un museo ormai esangue. Tetti e finestre versano in molti casi in cattivo stato, servizi igienici e illuminazione spesso non funzionano, ascensori e scale mobili non di rado sono fuori uso. Nel 2023 la durata di una mostra è stata abbreviata e nel 2024 un’altra è stata annullata a causa di gravi infiltrazioni d’acqua nel cuore degli edifici. No, non ci troviamo in un piccolo museo comunale della campagna più sperduta, ma nella più grande istituzione museale del mondo. Con 15 chilometri di sale e corridoi, 2.300 dipendenti e una collezione di 500mile opere, il Louvre è una vera e propria città nella città.
«Provate a immaginare, partendo da una semplice metafora: un appartamento pensato per quattro persone che dopo un anno ne ospita dieci, con un proprietario che non fa lavori. Dopo trent’anni il degrado è inevitabile e il funzionamento assai difficile», spiegava lo scorso febbraio su «France Culture» Frédéric Ladonne, architetto specializzato in questioni museali e tesoriere dell’Icom, il Consiglio internazionale dei musei.
«Un Louvre al ribasso»
La Piramide, progettata dall’architetto sino-americano Ieoh Ming Pei e inaugurata nel 1988, più di trentacinque anni fa, è «strutturalmente superata». Progettata per accogliere 4 milioni di visitatori all'anno, ne ha contati 10 milioni nel 2019 e quasi 9 milioni nel 2024. L'ingresso principale del Louvre è oggi congestionato e il suo impianto di climatizzazione, ormai obsoleto, non è adeguato all’aumento delle temperature.
Da tempo i sindacati e i rappresentanti del personale del museo denunciano il degrado dell’edificio e il suo crescente stato di vetustà; «un Louvre al ribasso», sottolineano. È in questo deleterio contesto che il 28 gennaio scorso Emmanuel Macron, molto legato al Louvre (usato come sfondo nel 2017, in occasione della sua prima elezione a presidente), ha preso la parola, davanti alla «Gioconda», per annunciare un «Louvre ripensato, restaurato, ampliato». Il suo lungo discorso, pronunciato davanti a una platea di politici (tra cui ministri, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo e la presidente della Regione Île-de-France Valérie Pécresse) e personalità del mondo della cultura, è giunto un po’ a sorpresa sei giorni dopo che sul quotidiano «Le Parisien», era trapelata una nota riservata di Laurence des Cars indirizzata alla ministra della Cultura Rachida Dati. Nella missiva, la presidente-direttrice del Louvre sottolineava, molto opportunamente, la «moltiplicazione dei danni negli spazi del museo, a volte molto degradati. Alcuni non sono più impermeabili, mentre altri subiscono preoccupanti sbalzi di temperatura che mettono a rischio la conservazione delle opere».
Il «Rinascimento» del Louvre annunciato dal presidente della Repubblica presuppone, in primo luogo, il restauro delle infrastrutture dell'edificio, al fine di garantire la sicurezza e la protezione delle collezioni, il benessere del pubblico, buone condizioni di lavoro per il personale e l'accessibilità alle persone con mobilità ridotta. Per questi lavori, il cui costo è stimato in 400 milioni di euro, il Ministero della Cultura fornirà all’istituzione un contributo di 10 milioni. Tale somma sarà integrata dall'introduzione, a partire dal 1° gennaio 2026, di una tariffazione differenziata, più elevata per i visitatori provenienti da Paesi non membri dell’Unione Europea, con l’obiettivo di ricavare 20 milioni di euro supplementari all'anno.
Il 28 gennaio il presidente della Repubblica ha fatto diversi altri annunci importanti. Prevede la creazione di un nuovo grande ingresso, a livello del colonnato di Perrault, situato di fronte alla Chiesa di Saint-Germain-l’Auxerrois, al fine di «riequilibrare la modalità di visita del Louvre». Ha indetto un concorso internazionale di architettura, che sarà organizzato nel 2025-2026, e ha accennato alla costruzione di due vasti spazi espositivi sotterranei sotto la Cour Carrée, che fungeranno anche da asse di circolazione est-ovest. Infine, la «Gioconda» lascerà la Salle des États, dove è attualmente esposta, per trovare posto in uno di questi due spazi: le sarà interamente dedicata una sala di 2mila metri quadrati alla quale i visitatori avranno accesso diretto al fine di decongestionare il museo.
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«Vandalismo puro e semplice»
Qual è il costo dell’apertura del nuovo ingresso e della realizzazione degli spazi espositivi sotto la Cour Carrée? Quasi 400 milioni di euro, secondo la presidente dell’istituzione. Una stima che contraddice quella dello studio di fattibilità realizzato dal team del museo, che prevedeva una somma superiore agli 800 milioni di euro. Chi pagherà il conto? I lavori saranno finanziati con le risorse proprie del museo, i biglietti, le sponsorizzazioni e la licenza del Louvre Abu Dhabi, «senza gravare sui contribuenti», ha precisato Macron.
Che cosa pensano di questi futuri grandi lavori e della «rinascita» del Louvre i sindacati, gli osservatori e il mondo della cultura? Élise Muller, segretaria nazionale del sindacato Sud-Culture, parla di «annunci completamente fuori dal mondo». Gary Guillaud, segretario della sezione Cgt Louvre, sottolinea che «il nuovo ingresso principale, che da solo costerà dai 400 ai 500 milioni di euro, non è assolutamente necessario».
Il settimanale «Le Canard enchaîné», nel numero del 5 febbraio 2025, sottolinea diversi potenziali problemi relativi agli annunciati lavori di ristrutturazione. «Non c’è spazio per creare questo ingresso. Il sottosuolo dell’esplanade, di fronte al colonnato di Perrault, è già strapieno», spiega il giornalista Hervé Liffran, citando in particolare la presenza della linea 7 della metropolitana parigina, impossibile da deviare. Il periodico satirico rivela un altro grattacapo che la direzione del museo dovrà affrontare quando si tratterà di scavare sotto la Cour Carrée, zona nota per essere soggetta ad allagamenti: «Lì è pieno di impianti molto costosi da spostare, continua Liffran. Inoltre, in questo cortile, che non è mai stato scavato completamente, si trovano numerosi reperti archeologici. E come collegare le nuove sale alla Piramide di Pei senza intaccare gli imponenti resti del castello feudale conservati nei sotterranei?».
Il direttore del giornale online «La Tribune de l’Art», Didier Rykner, conferma tali elementi e taccia la perforazione dei resti e delle mura dei fossati del Louvre medievale di «vandalismo puro e semplice». Non è dello stesso avviso l’architetto Frédéric Ladonne, il quale sostiene anzi che il nuovo ingresso «permetterà di decongestionare la Piramide del Louvre» e di aprire il museo verso la città, rafforzando così l’asse est-ovest. Ladonne è favorevole alla creazione di spazi, tra cui uno dedicato alla «Gioconda», che gli «sembra una buona risposta», mentre si mostra più scettico sul fatto che al pubblico verrà chiesto di pagare due volte, una per accedere al capolavoro di Leonardo e una seconda per visitare il Louvre. Dubita, infine, che i tempi annunciati dal presidente, ovvero l’inizio dei lavori nell’autunno 2026 e il loro completamento nel 2031, possano essere rispettati.
Cécile Rives, direttrice del progetto, responsabile del coordinamento del piano «Louvre-Nuova Rinascita», e la sua vice Mathilde Prost, entrambe nominate l’11 giugno 2025, nei prossimi mesi e anni avranno sicuramente giornate molto intense.