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«Inclinazione» (1615-16), di Artemisia Gentileschi (particolare)

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«Inclinazione» (1615-16), di Artemisia Gentileschi (particolare)

Troppo impudica l’«Inclinazione» di Artemisia

Le tappe del restauro dell’opera sono ora ripercorse in un volume, insieme al rapporto tra la pittrice più inneggiata del Seicento italiano e europeo e il committente Michelangelo Buonarroti il Giovane

Giovanni Pellinghelli del Monticello

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Artemisia Gentileschi, ormai anzi Artemisia tout court, appare oggi più che mai sulla cresta dell’onda e la più inneggiata pittrice del Seicento italiano e europeo, dopo le grandi mostre dedicatele in tutt’Europa, i record d’asta altrettanto internazionali e i rinnovati acquisti di sue opere da parte dei maggiori musei: l’«Autoritratto come santa Caterina» a dicembre 2017 battuto da Drouot a Parigi per 2,4 milioni di euro e acquistato dalla National Gallery di Londra per 3,6 milioni di sterline tramite Robilant&Voena, la «Lucrezia» di Dorotheum a 1,9 milioni di euro e un’altra «Lucrezia» (meno bella) da Artcurial a dicembre 2019 che, con stima 600-800mila euro, ha toccato i 4,8 milioni di euro ed è stata poi acquisita dal Getty Museum di Los Angeles a condizioni non divulgate. 

In Italia si è recentemente concentrata l’attenzione su una sua opera meno nota: l’«Inclinazione» (1615-16) conservata in Casa Buonarroti a Firenze. Dopo il restauro e la mostra dedicatale fino allo scorso 8 gennaio da Casa Buonarroti a cura di Alessandro Cecchi, esce ora da Officina Libraria Artemisia Gentileschi: L’Inclinazione per Michelangelo Buonarroti il Giovane, quarto Quaderno della Buonarrotiana curato da Cristina Acidini e Alessandro Cecchi che raccoglie studi sia sull’opera sia sul restauro. L’intervento conservativo è stato preceduto da una campagna diagnostica con tecniche di imaging d’avanguardia che hanno permesso di acquisire ogni informazione tecnica e materiale. 

L’«Inclinazione», realizzata fra 1615 e 1616 su commissione di Michelangelo Buonarroti il Giovane per la Galleria della Casa Buonarroti (concepita come celebrazione ideale dell’arte e della poetica del prozio all’interno del palazzo familiare) fu dipinta in origine come nudo femminile adagiato su nuvole e con in mano una bussola. Intorno al 1680, Leonardo Buonarroti, nipote di Michelangelo il Giovane, fece dipingere per pudicizia a Baldassarre Franceschini il Volterrano (1611-90) quel drappo e quei veli azzurri per nascondere la nudità dell’Inclinazione e renderla più accettabile all’idea bacchettona di decoro. 

Oltre alle relazioni di restauro e ai referti delle indagini scientifiche, il volume approfondisce nei saggi i rapporti di Artemisia e Michelangelo Buonarroti il Giovane, i presupposti storici e filosofici del magnifico programma iconografico di cui l’«Inclinazione» fa parte, la figura di Michelangelo il Giovane nel milieu letterario, scientifico, musicale e politico della Firenze di primo Seicento e i suoi rapporti con figure come Galileo Galilei e la soprano e musicista Francesca Caccini

Artemisia Gentileschi: l’«Inclinazione» per Michelangelo Buonarroti il Giovane
a cura di Cristina Acidini, Alessandro Cecchi, 304 pp., 97 ill. a colori, Officina Libraria, Roma 2023, € 30

La copertina del volume

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 19 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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Troppo impudica l’«Inclinazione» di Artemisia | Giovanni Pellinghelli del Monticello

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