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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliBogotà. Dopo la pizza e i muretti a secco, l’Unesco ha inserito l’alpinismo, la festa aquilana della Perdonanza Celestiniana e la transumanza tra i beni immateriali patrimonio dell’Umanità, con i quali l’Italia ha raggiunto quota 12 presenze nella categoria.
A dicembre il Comitato intergovernativo del Patrimonio mondiale riunito a Bogotà ha accolto le tre candidature: quella sull’alpinismo era firmata da Francia come capofila, Italia e Svizzera con il coordinamento dei Comuni di Courmayeur e di Chamonix; la «nomination» aquilana riguarda la festa nata per la Bolla con cui papa Celestino V nel 1294 concedeva l’indulgenza plenaria a chi entrava nella chiesa di Collemaggio ed era sostenuta dal Comune e dal Comitato Perdonanza Celestiniana; la transumanza (la conduzione di greggi in territori montani d’estate e più caldi d’inverno) ha visto schierati più soggetti, dalle Alpi al Tavoliere pugliese, e impegnati i governi italiano, austriaco e greco in seguito alla candidatura avanzata dal Comune di Amatrice, nel Reatino, dopo il terremoto del 24 agosto 2016.
Le tre azioni hanno beneficiato del coordinamento dell’Ufficio Unesco del Mibact. La «patente» Unesco ha una ricaduta nell’afflusso turistico, offre visibilità e, in teoria, aiuta a salvaguardare pratiche tradizionali. Ma sul riconoscimento dei beni immateriali c’è dibattito.
La Perdonanza si tiene dal 16 agosto, culmina il 28 e 29 con l’attraversamento della Porta Santa nella Basilica, richiama migliaia di fedeli e turisti e dal terribile terremoto del 2009 ha contribuito a cementare il senso di unione in città e dintorni.
La transumanza è un metodo di allevamento sostenibile lungo tracciati antichi e coinvolge piccole comunità. Si fa invece più complesso il discorso «sull’arte di scalare le montagne e le pareti rocciose, grazie a capacità fisiche, tecniche e intellettuali», come dice l’Unesco: il riverbero mediatico richiede riflessioni e accortezza poiché sono spesso sulle cronache gli assalti alle vette di alpinisti improvvisati mentre comunità come il Club Alpino Italiano o il Collegio Nazionale delle Guide Alpine difendono principi come il rispetto per l’ambiente, la cooperazione, il soccorso reciproco, la consapevolezza e, non ultimo, la preparazione adeguata.
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