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Emmanuele Bo
Leggi i suoi articoliUna netta accelerazione, con ben sei lotti d’intervento realizzati nel 2015, ha portato alla conclusione del restauro del Castello di Novara, iniziato nel lontano 2003 con la realizzazione di un ponte di legno a superamento del fossato
Dopo tredici anni s’è conclusa la campagna di recupero dell’antico complesso architettonico di origine medievale, costata circa 17 milioni di euro, e sostenuta da fondi europei, della Regione Piemonte e del Comune. La prima citazione documentata del castello risale al 1272. Vent’anni dopo passò alla famiglia Visconti che fece eseguire importanti interventi di fortificazione.
Nel 1447, il castello divenne degli Sforza, e con la signoria di Galeazzo Maria Sforza (1466-76) si eseguirono nuove opere e vennero gettate le fondamenta del possente muro di rafforzamento detto «ghirlanda». A partire dal Seicento e fino al XX secolo, con l’evoluzione dell’arte della guerra prima e poi a causa dalle esigenze urbanistiche e amministrative della città (dal 1803 al 1973 ospitò il carcere cittadino), il castello subì diversi cambiamenti nel suo impianto architettonico.
I lavori, diretti dall’architetto Mauro Grimaldi (ed eseguiti da Ing. Pavesi & C., Notarimpresa e Romano Costruzioni) sono consistiti nel recupero dell’esistente e nella ricostruzione, su progetto di Paolo Zermani, della Torre centrale, «destinata a divenire il vero e proprio medium del rapporto tra città e Castello». Paola Turchelli, assessore ai Beni culturali di Novara, afferma: «Con questo lungo intervento è stato recuperato l’intero complesso architettonico e come Comune abbiamo organizzato delle prime visite guidate a cui hanno partecipato circa 2.500 persone».
La Giunta comunale è alla ricerca di una società in grado di gestire lo storico maniero che si prepara a diventare il nuovo polo culturale polifunzionale della città. «Al bando di manifestazione d’interesse hanno risposto Civita e Coopculture: due delle principali realtà italiane che operano in questo settore, continua Turchelli. Il castello verrà utilizzato per ospitare parte del Museo archeologico cittadino e a rotazione alcune sezioni dei Musei Civici, ma soprattutto accoglierà le grandi mostre temporanee: nel 2015 i turisti a Novara sono cresciuti del 23% e il Palazzo del Broletto, attuale “contenitore” espositivo, non è più in grado di reggere un così alto flusso di visitatori».
Il lungo intervento s’è svolto sotto la supervisione delle tre Soprintendenze: per i Beni architettonici, per i Beni storico artistici e per i Beni archeologici (durante il cantiere sono state ritrovate alcune porzione di mura dell’antico castrum romano di Novaria).
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