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Taipei Dangdai cancella l’edizione 2026, la fiera asiatica annuncia una pausa strategica

Dopo sei edizioni gli organizzatori di The Art Assembly annunciano una pausa per ripensare tempi, formato e missione della fiera. In attesa di una possibile ripartenza nel 2027, la manifestazione riflette sulle trasformazioni del mercato e sulle esigenze future della scena artistica asiatica

Rosalba Cignetti

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Dopo sei edizioni che hanno contribuito a consolidarla tra le piattaforme artistiche più dinamiche dell’Asia-Pacifico, Taipei Dangdai Art & Ideas ha annunciato che non si terrà nel 2026. La fiera, che nel maggio 2025 aveva chiuso i battenti con un’edizione ricca di contenuti ma numericamente più contenuta rispetto al passato, entra ora in una fase di rivalutazione strategica, come comunicato dagli organizzatori di The Art Assembly, lo stesso gruppo che cura anche Art SG a Singapore e Tokyo Gendai.
La decisione, motivata da un’esigenza di «ripensare tempi, formato e missione» dell’evento, arriva in un momento di incertezza per molte fiere globali: tra cambiamenti strutturali del mercato, contrazioni nel numero di gallerie partecipanti e l’emergere di nuovi poli regionali, Taipei Dangdai sceglie di fermarsi per ridefinire la propria identità, piuttosto che replicare meccanicamente un format annuale. Un segnale di cautela, ma anche di visione a lungo termine.
La pausa del 2026 arriva dopo un’edizione 2025 che ha comunque raccolto 31.500 visitatori nei tre giorni di apertura al Taipei Nangang Exhibition Center, con gallerie provenienti da 22 Paesi. Partner istituzionale della manifestazione è stato ancora una volta UBS, affiancato da marchi come BMW Taiwan, The Macallan, Gucci, Cindy Chao e Gaggenau, a confermare la portata internazionale dell’evento.

Sul piano contenutistico, l’edizione 2025 ha visto la conferma di sezioni consolidate e il debutto di nuovi formati. Il programma curatoriale Ideas Forum, articolato in tre giornate con il titolo Braided Strands of Fate, ha affrontato i grandi temi della contemporaneità: dalle biennali asiatiche all’arte indigena, passando per il ruolo del digitale e dell’artigianato nei nuovi mercati artistici. Tra i relatori, figure di primo piano come Philip Tinari, X Zhu-Nowell, Nicolas Trembley e Sam Bardaouil hanno animato il dibattito con approcci trasversali e prospettive globali Sul piano espositivo, la sezione Edge ha dato spazio alle gallerie emergenti, con l’istituzione del Edge Award, un premio da 10.000 dollari assegnato durante la giornata inaugurale. Il riconoscimento ha premiato il miglior progetto tra gli spazi giovani, in un’ottica di sostegno concreto alla nuova generazione di galleristi e artisti.
Un’altra novità è stata la nascita di Taipei Node, una piattaforma monografica dedicata a un artista con base nella capitale taiwanese: nel 2025, il protagonista è stato Li Yi-Fan, che rappresenterà Taiwan alla prossima Biennale di Venezia. Il progetto, curato in collaborazione con la Hong Foundation e il Dipartimento per gli Affari Culturali della città, ha permesso di approfondire la pratica di un artista visivo che intreccia estetica, architettura e pensiero critico.
Se l’edizione 2025 ha dunque offerto diversi spunti positivi, resta il dato oggettivo di una partecipazione più contenuta rispetto agli anni precedenti – circa 54 gallerie, contro le oltre 90 del periodo pre-pandemico – e l’uscita di scena del co-direttore Robin Peckham, figura chiave nella definizione dell’identità curatoriale della fiera. L’intenzione dichiarata dagli organizzatori è ora quella di utilizzare il 2026 come anno di riflessione, per valutare un possibile ritorno nel 2027 con una formula diversa: forse una cadenza biennale, forse un format più snello e curatoriale, o ancora una fiera tematica che risponda alle esigenze specifiche della scena artistica taiwanese e asiatica contemporanea. Per ora non è stato annunciato un nuovo calendario. Ma fermarsi per interrogarsi sul proprio ruolo e sul futuro del sistema dell’arte può essere un atto di responsabilità e lungimiranza.

Rosalba Cignetti, 29 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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