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Redazione GDA
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Guido ed Elena Piervincenzi
«Gestita dalla Comunità Egiziana Copta di Roma, la chiesa di Sant’Andrea sulla via Flaminia, nota come il Tempietto del Vignola, è un vero gioiello terminato dall’architetto nel 1553 per papa Giulio III». Così cominciava l’articolo dal titolo «Sos per il Tempietto del Vignola» apparso nell’ottobre 2012 su «Il Giornale dell’Arte». Da allora il nostro studio di restauro ha effettuato una serie di interventi conservativi per conto della Soprintendenza Spsae e Polo Museale di Roma. Nel 2015 abbiamo completato i restauri sia degli affreschi sia degli stucchi dell’arcone soprastante l’altare maggiore, resi totalmente illeggibili da decenni di trascuratezza, nerofumo, infiltrazioni d’acqua piovana, guano e ridipinture varie.
Nella controfacciata sono riemerse decorazioni a grottesche di ottima qualità, ancora totalmente da studiare, molto simili a quelle del Ninfeo di Villa Giulia. Purtroppo tanto gli studiosi quanto il pubblico in generale hanno ben poche occasioni di poter vedere tutto ciò a causa della chiusura dell’edificio, inaccessibile salvo la domenica mattina nell’ora della Messa. Oggi c’è un nuovo sos da lanciare per un intervento urgente al muro di cinta perimetrale dell’edificio che mostra devastanti crepe a uno degli angoli, con distacco delle lastre di peperino antico (riuso dal tempio romano di Serapide) e minaccia di crollo imminente. Già in occasione della nevicata del 2012, lesiva dell’integrità strutturale del timpano di facciata, gli architetti responsabili della Soprintendenza si erano impegnati a non lasciar più travolgere dall’incuria il tempietto. La pratica almeno per il risarcimento del muro ora è pronta, ma ferma per mancanza di fondi.
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