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Emmanuele Bo
Leggi i suoi articoliNove grandi «Guerrieri», un «Cavallo» e sette piccole «Teste» scolpiti in terracotta rappresentano i principali protagonisti di una nuova personale di Sandro Chia, uno dei cinque componenti del nucleo storico della Transavanguardia italiana.
Nella mostra «Sandro Chia. I guerrieri di Xi’an», ospitata dal 5 dicembre all’8 maggio al Centro Saint-Bénin, l’artista fiorentino (1946) va oltre l’omaggio al celebre «esercito di terracotta» messo a guardia del mausoleo dell’Imperatore Qin Shi Huang (259 e il 210 a.C.), scoperto nel 1974 e dal 1987 Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Chia ha infatti acquistato copie originali delle terrecotte, certificate e monocrome, realizzate e messe in vendita dal Museo di Xi’an, e le ha interpretate facendole sue: ha dipinto i grandi guerrieri (alti 190 cm) con i suoi motivi formali (nella foto, un esemplare), secondo un’operazione «picassiana» di appropriazione.
Completano la mostra di Aosta, curata da Daria Jorioz ed Enzo Di Martino, dieci tecniche miste dedicate all’esercito di terracotta, un gruppo di monotipi e altre opere grafiche.
«Credo che sia stato il suo “nomadismo culturale” a fargli scegliere l’esercito di terracotta come protagonista della sua mostra, spiega Daria Jorioz, perché Chia è, e rimane, essenzialmente viaggiatore instancabile, esploratore coraggioso, indagatore acuto della realtà e della condizione umana, che trova negli sconfinamenti la sua dimensione ideale».
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