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1. Coppia di vasi da parata della manifattura di Sèvres, venduto da Cambi a 466.100 euro

Courtesy: Cambi

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1. Coppia di vasi da parata della manifattura di Sèvres, venduto da Cambi a 466.100 euro

Courtesy: Cambi

Semestrale: con 166,4 milioni le aste italiane tengono il passo del 2024

Il fatturato degli operatori nella prima metà dell’anno consolida un modello sostenibile, in attesa del banco di prova autunnale

Davide Landoni

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Alla vigilia degli ultimi e decisivi mesi del 2025, c’è ancora tempo per guardarsi indietro e trarre qualche considerazione su quanto accaduto nel primo semestre in Italia nel mondo delle aste. Segmento operativo che ha confermato, per fatturati e tendenze, quanto espresso nell’anno passato, con le realtà di casa che hanno sostanzialmente ricalcato quanto fatto nello stesso semestre l’anno passato. Con tendenze ormai chiare per quanto riguarda sia domanda che offerta. Quasi azzerata ogni possibile strategia speculativa, in favore di logiche più selettive e mirate. Con una minore propensione da parte dei collezionisti a investire in opere di altissima fascia e una cautela crescente da parte delle case d’asta nel proporre pezzi iconici, il settore sembra orientarsi verso proposte costruite su misura per un pubblico realmente interessato. Al centro di questa trasformazione vi è un’attenzione maggiore alla qualità e alla varietà dell’offerta, compensando la rarefazione dei top lot con un incremento nei volumi e nella diversificazione.

2. Carlo Carrà, «L’attesa», 1926, venduto da Farsetti a 953.650 euro. Courtesy: Farsetti

3. Artemisia Gentileschi, «Cleopatra», venduta da Pandolfini a 595.600 euro. Courtesy: Pandolfini

Un esempio emblematico, in tal senso, arriva da Kruso Art, che ha puntato su lotti dal prezzo contenuto (anche sotto i 3mila euro) riuscendo così ad ampliare il proprio bacino di buyer. Il modello ha portato a un fatturato di 1,3 milioni di euro nella prima metà del 2025, dimostrando che anche il piccolo collezionismo può generare risultati solidi se ben gestito. Cambi, invece, ha seguito una strada diversa, giocando sulla varietà dei segmenti, esaltando antiquariato, arte visiva e alta orologeria. Le tre migliori aggiudicazioni parlano chiaro: una coppia di vasi da parata tardo-settecenteschi (466mila euro), «Volo sull’oceano» di Gerardo Dottori (250mila), e un Rolex Daytona «Paul Newman» (221mila). Il tutto ha contribuito a un fatturato di 21 milioni in sei mesi, praticamente gli stessi guadagnati nel primo semestre 2024. Risultati simili anche per Meeting Art, che ha raggiunto quota 21,6 milioni di euro grazie a un’ampia offerta di lotti, venduti spesso a cifre significative.

4. Scuola castigliana della prima metà del XVII secolo, «Vanitas con ventilabro», venduto da Il Ponte Casa d’Aste a 256.000 euro. Courtesy: Il Ponte

5. Giorgio de Chirico, «I bagni misteriosi», 1935, venduto da Finarte a 467.750 euro. Courtesy: Finarte

Tra le aggiudicazioni di rilievo troviamo infatti «The Border» di Peter Halley (115 mila euro), un Audemars Piguet Royal Oak Quantième Perpétuel (75 mila), e un anello con diamante battuto a 100mila euro. Anche Bertolami ha confermato i risultati dello scorso anno, migliorandoli anzi, con un fatturato di 7,7 milioni di euro. Top lot del semestre l’olio su tela Kalina, dipinto nel 1918 da Edward Okun e venduto a maggio per 147,2mila euro. Cresce, e di più, la bresciana Capitolium Art, che ha guadagnato 9,5 milioni di euro, oltre mille in più dello stesso periodo dello scorso anno. «Gli Archeologi (Manichini seduti)» di Giorgio de Chirico, passato di mano per 428,4mila euro, è risultato essere il dipinto più prezioso del semestre. Estremamente positivo il bilancio semestrale di Wannenes, che chiude il periodo a 14,8 milioni di euro, nonostante la decisione di slittare alcune aste nella seconda parte dell’anno. Merito, almeno in parte, di due grandi aggiudicazioni: l’anello in platino, diamanti e rubino birmano venduto per 404,2mila euro e la toelette in bronzo dorato del XX secolo, attribuita al celebre produttore e designer Armand-Albert Rateau, passata di mano a 437,6mila.

6. Peter Halley, «The Border», 2009, venduto da Meeting Art a 115.000 euro. Courtesy: Meeting Art

7. Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Attese», 1968, venduto da Sotheby’s a 1.567.500 euro. Courtesy: Sotheby’s

Ha diversificato, e bene, Boetto, capace di vendere un dipinto di Salvo per 662,5mila euro, cifra non da poco alle nostre latitudini. Ma anche un anello con rubino, ceduto a 137,5mila e una tela di Alessandro Magnasco passata di mano per 52,5mila. A confermare la vitalità del mercato italiano ci pensano i dati de Il Ponte, che registra una crescita dell’8,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, con un fatturato di 18,5 milioni. Qui, l’arte moderna e contemporanea ha trainato le vendite, in particolare con «Piazza d’Italia» di Giorgio de Chirico, venduta per 448mila euro. Interessanti anche i risultati nel comparto antico, come una vanitas castigliana del XVII secolo, battuta per 256mila euro. La presenza degli autori italiani del Novecento continua a suscitare interesse anche a livello internazionale. Versante che ha solcato con successo Studio d’Arte Martini, totalizzando 3 milioni di euro grazie a vendite come «Il Villaggio» di Salvo (90mila) e «Superficie lunare» di Giulio Turcato (78,7mila). Blindarte, dal canto suo, ha chiuso i primi sei mesi con un fatturato di 2,1 milioni di euro. Il lotto di punta è stato anche in questo caso un «Nudo» di Giorgio de Chirico, venduto a fine maggio per oltre 305mila euro. Di spicco anche l’aggiudicazione di «Irregular form» di Sol Lewitt (43,7mila), a conferma di un posizionamento sempre più internazionale della maison. Una strategia basata sulla selezione qualitativa ha caratterizzato le attività di Finarte, che ha raccolto 17,3 milioni di euro nel semestre. Il risultato più alto è stato ottenuto con «I bagni misteriosi» di Giorgio de Chirico (467,7 mila euro), a consolidare ancora una volta l’interesse per il maestro metafisico. Colasanti ha mostrato una crescita del 10% rispetto all’anno precedente, con un fatturato di 2,5 milioni, alimentato in buona parte dal settore dei gioielli.

8. Jannis Kounellis, «Senza titolo», 1960, venduto da Colasanti a 100.800 euro. Courtesy: Colasanti

Tuttavia, il top lot è stato un lavoro su carta di Jannis Kounellis, venduto per oltre 100mila euro. Risale all’Ottocento, invece, l’aggiudicazione più alta di Aste Martini. Si tratta di «Sulle Acque Dolci d’Asia» di Fausto Zonaro, passato di mano a 570,4mila euro. Vendita notevole, che ha contribuito in modo significativo al fatturato parziale di 1,56 milioni di euro. Seppure, inevitabilmente, a sprazzi, il comparto dell’arte antica continua a dare soddisfazioni. Pandolfini ha ottenuto ottimi risultati grazie a una selezione di opere di alta qualità, tra cui «Cleopatra» di Artemisia Gentileschi, che ha raggiunto 595,6mila euro, il miglior risultato del semestre per la casa. Il dipartimento più redditizio, però, resta quello di gioielli e orologi, che ha superato i 4 milioni di euro. A Prato, Farsetti ha consolidato la sua posizione sulla scena grazie all’arte moderna e contemporanea, che ha foraggiato un fatturato semestrale di 6,95 milioni di euro. Il risultato più eclatante è stato quello di «L’Attesa» di Carlo Carrà, battuta per quasi 954mila euro, a cui si aggiungono «Paesaggio» di Giorgio Morandi (391mila) e «Apparition d’espaces» di Alberto Magnelli (551mila). Infine, Sotheby’s ha archiviato con successo la sua unica asta milanese (e italiana) di arte moderna e contemporanea, chiudendo a 11,4 milioni di euro, superando entrambe le edizioni del 2024. Il pezzo più conteso è stato «Concetto Spaziale, Attese» (1968) di Lucio Fontana, a conferma della solidità granitica del mercato dell’artista, passato di mano per 1,5 milioni di euro. Se sarà difficile, ma non impossibile, assistere a un’altra aggiudicazione di questo calibro, è più facile presumere che Sotheby’s, e insieme tutte le altre case d’asta, vogliano provare a reggere il timone in un autunno che si preannuncia burrascoso. Se ci riuscissero, sarebbe un segnale di stabilità non da poco. L’evidenza che il mercato, dopo quattro o cinque semestri molto simili per risultati, ha forse trovato una buona velocità di crociera.

Davide Landoni, 07 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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