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Sei città nella shortlist dell’Italia

Stefano Luppi, Veronica Rodenigo

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Roma. A metà novembre la giuria europea presieduta da Steve Green e composta da altri 12 membri italiani e stranieri ha individuato le sei città che, su 21 candidature presentate (cfr. lo scorso numero, p. 12), hanno ora la possibilità di «giocarsi» la nomina a Capitale europea della Cultura nel 2019. Si tratta di Cagliari, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna e Siena. «La giuria, spiegano dal Focus Point istituito al Mibact (responsabile è Leila Nista), tornerà a riunirsi nell’ultimo trimestre del 2014 per valutare i progetti modificati delle città preselezionate, sulla base delle raccomandazioni formulate dalla giuria stessa». Ma le candidate si organizzano e il 4 dicembre, su invito di Ravenna, si incontrano presso la residenza municipale della città romagnola gli amministratori delle città comprese nella «shortlist». «In questo modo, spiegano il sindaco Fabrizio Matteucci e il coordinatore della candidatura Alberto Cassani, intendiamo condurre una competizione amichevole e corretta, siamo avversari e non nemici». La scelta della Città Capitale 2019 avverrà agli inizi del 2015 e quindi non manca il tempo per definire progetti e budget operativo. Ecco in sintesi le cifre comunicate dalle sei città «sopravvissute» (cfr. lo scorso numero, pp. 12-14, per le informazioni complete): Siena 72,5 milioni di euro, Matera 52, Ravenna 45, Lecce 40, Perugia e luoghi assisiati 30, Cagliari 29. Alla città scelta la Comunità europea elargirà un milione e mezzo di euro, ma i responsabili puntano ovviamente sull’indotto che il titolo produce. Come sempre in questi casi ci sono state dichiarazioni positive miste ad altre di delusione, anche perché sono state eliminate città che parevano avere la possibilità di concorrere fino alla fine come L’Aquila, Mantova, Urbino. I responsabili della candidatura di Venezia e il Nord Est, ad esempio, non hanno usato mezzi termini: «Risulta evidente, dichiara Filiberto Zovico, amministratore unico di Nordesteuropa editore nonché principale sostenitore della candidatura, che il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni ha raggiunto il risultato che si prefiggeva: far perdere la nostra candidatura. Una proposta che non ha mai amato perché conteneva in sé un progetto di sviluppo del territorio in chiave metropolitana da lui da sempre osteggiato a favore della rendita di posizione della sola Venezia storica». Il sindaco replica laconico tramite «Il Mattino» di Padova: «Zovico è stata la vera palla al piede di tutta la candidatura perché ha confuso il ruolo istituzionale con interessi privati». Delusa anche la senatrice Stefania Pezzopane, promotrice del comitato L’Aquila 2019: «L’Europa e l’Italia non hanno voluto crederci, non hanno voluto sostenere questa grande sfida e puntare su L’Aquila, ma noi crediamo in noi stessi e nelle nostre potenzialità ed è per questo che se non diventeremo Capitale europea della Cultura nel 2019, saremo comunque Città europea di Cultura». Ancora una volta la cultura invece di essere utilizzata come volano per lo sviluppo diviene terra di scorribande per polemiche che con essa non hanno molto a che spartire.



Stefano Luppi, Veronica Rodenigo, 23 febbraio 2015 | © Riproduzione riservata

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