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Dan Duray
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Un nuovo studio del sito specializzato artprice.com definisce la Cina «il più grande mercato artistico al mondo» in base a un’analisi dei dati delle aste della prima metà di quest’anno. Il rapporto stima in 5,78 miliardi di euro (diritti compresi) il fatturato mondiale delle vendite dei primi sei mesi del 2016, con la Cina che contribuisce per 2,05 miliardi, ovvero il 35,5% del settore.
Questi numeri indicano un 18% di crescita di fatturato in Cina, resa più impressionante dal fatto che il mercato in Occidente sembra essersi contratto, con Londra giù del 30% e New York del 49%. Artprice attribuisce tale rallentamento globale all’attuale sostanziale mancanza di opere di grande qualità: il numero di transazioni è cresciuto del 3,2% rispetto all’anno scorso, ma le vendite globali sono scese del 25%.
In questo incerto quadro economico per l’arte, sembra, si vende di più, ma a prezzi inferiori. Il settore cinese delle aste è stato anche considerevolmente spinto dai sostenuti risultati di una città in particolare, Hong Kong, che Artprice descrive come «l’unica importante piazza al mondo che ha continuato a far registrare una crescita del mercato (quasi del +10%) e sta chiaramente mantenendo in vita il mercato cinese dell’arte».
Il boom cinese è stato accompagnato da crescite in mercati insoliti, tra i quali il Belgio (cresciuto del 12%), la Turchia (+7%) e la Svezia (+44%). Lo studio elenca anche i principali artisti per valore venduto nella prima metà del 2016, che sono, nell’ordine: Pablo Picasso (173,8 milioni di euro), Zhang Daqian (160 milioni), Wu Guanzhong (90,8 milioni) e Jean-Michel Basquiat (90 milioni).
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