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La facciata dell'attuale sede del Man di Nuoro

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La facciata dell'attuale sede del Man di Nuoro

Seconda sede per i vent’anni del Man di Nuoro

Dopo Cristiana Collu e Lorenzo Giusti, oggi lo guida Luigi Fassi

Micaela Deiana

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Questo febbraio si celebra il ventennale del Man, Museo d’arte Provincia di Nuoro, istituzione incastonata nelle montagne della Barbagia, fortemente radicata nelle sue tradizioni e al contempo animata da un dinamismo che spesso non si riscontra in più blasonati musei al centro di grandi città. Nasce dall’accorpamento di varie collezioni pubbliche, con il proposito di creare una pinacoteca che raccontasse l’Ottocento e il Novecento sardi.

Grazie all’ambizione dell’allora direttrice Cristiana Collu (oggi alla guida della Gnam di Roma, dopo esserlo stata al Mart a Rovereto), la visione si amplia e modella un’identità sfaccettata, che nel giro di poco tempo apre le porte alla rete dei musei d’arte contemporanea italiani. Nel 2012 il timone passa a Lorenzo Giusti (oggi direttore della Gamec di Bergamo), che porta avanti il percorso intrapreso, con una speciale attenzione per le avanguardie storiche, per la storicizzazione della scena locale e per i linguaggi della contemporaneità, espressi secondo una prospettiva site specific, che ha visto artisti nazionali e internazionali calarsi sul mondo della Sardegna e da queste suggestioni culturali e naturali sviluppare nuove produzioni.

Dalla scorsa primavera la direzione è nelle mani del torinese Luigi Fassi (dal 2014 è curatore del settore arti visive del Festival Steirischer Herbst di Graz), che sta guidando il Man in un percorso che pone la Sardegna al centro del Mediterraneo, trasformando l’isola in una piattaforma di ricerca sulla complessa identità di un crocevia fra due continenti. Una rotazione di prospettiva che mette in discussione gli stereotipi culturali nati sull’asse Nord-Sud, incontrando l’urgenza politica che sta incendiando i nostri tempi.

Presto lo spazio dedicato alle mostre godrà di un tanto atteso ampliamento. Dopo più di dieci anni di travagliati iter burocratici, sembra si sia giunti all’ultima fase dei lavori di restauro che porteranno all’apertura della seconda sede in piazza Sebastiano Satta, l’ampio spazio nel centro cittadino disegnato da Costantino Nivola nel 1965.

Si inaugura così una nuova fase che simbolicamente rafforza il rapporto con la comunità nuorese. Un rapporto strettissimo, come evidenzia Fassi: «L’occasione del ventennale consente di riflettere su che cosa sarebbero oggi Nuoro e la scena artistica sarda senza la presenza del Man, un museo che ha impresso un fortissimo impulso di innovazione culturale e sociale al proprio territorio. Dal 1999 ad oggi più generazioni di bambini sono cresciuti visitando il Man e partecipando ai laboratori didattici del museo. Parafrasando Italo Calvino, potremmo dire che un un museo è un luogo di “destini incrociati”, un crocevia di storie e narrazioni dove il passato viene costantemente reinterpretato e il futuro trova anticipazione nel presente. Lontano da interessi economici e strategie relazionali che spesso dettano l’agenda del mondo dell’arte, il Man ha trasmesso un’idea solidale di cultura, un luogo dove l’arte esprime la sua forza in riferimento quotidiano e diretto con la sua comunità di appartenenza. L’auspicata apertura della nuova sede di piazza Satta proseguirà esattamente questo percorso: accompagnare Nuoro e la Sardegna verso un futuro di sviluppo delle proprie potenzialità come territori mediterranei».

La facciata dell'attuale sede del Man di Nuoro

Micaela Deiana, 25 febbraio 2019 | © Riproduzione riservata

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