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La rimozione della lastra che sigillava la camera

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La rimozione della lastra che sigillava la camera

Scoperta una tomba inviolata nella necropoli di San Giuliano

Il tumulo etrusco del VII secolo a.C., con corredo integro nella disposizione originaria, è un ritrovamento eccezionale in una necropoli di oltre 500 tombe, in gran parte saccheggiate nel tempo

Rosalba Cignetti

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Un’équipe composta da archeologi della Baylor University of Texas, in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, ha portato alla luce una scoperta eccezionale: una tomba etrusca ancora intatta, databile alla fine del VII secolo a.C., all’interno della necropoli di San Giuliano, nel comune di Barbarano Romano. Si tratta di un tumulo sepolcrale risalente all’epoca Orientalizzante recente, mai violato, nenache in epoca antica. All’interno della camera sepolcrale, ancora in corso di documentazione, sono stati ritrovati numerosi oggetti di corredo: vasi in ceramica fine dipinta, deposti secondo un rituale preciso, un bacile, e diversi ornamenti in bronzo appartenenti al defunto, ancora in situ sul letto funebre. «È rarissimo trovare contesti integri – spiega l’archeologa Barbara Barbaro, funzionaria della Soprintendenza – e per questo la scoperta assume un valore eccezionale, sia sul piano scientifico che simbolico». 

La scoperta è avvenuta nell’area del Caiolo, cuore della necropoli di San Giuliano, importante complesso funerario etrusco situato all’interno del Parco regionale Marturanum. L’area, che prende il nome dal Colle di Caiolo, si trova nel territorio di Barbarano Romano, in provincia di Viterbo, ed è nota per la presenza di oltre 500 tombe distribuite intorno all’antico insediamento. Il ritrovamento è avvenuto nei giorni scorsi, durante la nuova campagna di scavi condotta nell’ambito di una concessione del Ministero della Cultura alla Baylor University. In attesa di procedere allo scavo completo dell’ambiente funerario, si stanno completando in queste ore le operazioni di documentazione stratigrafica. La tomba è stata individuata grazie a un lungo lavoro sul campo condotto sotto la direzione del professor Davide Zori (Baylor University) e con la supervisione costante della Soprintendenza. La scoperta si inserisce in un più ampio percorso di valorizzazione dell’area che ha compreso numerosi interventi tra cui il restauro della monumentale Tomba della Regina (alta 10 metri e larga 14), con due ingressi e finte porte doriche. Durante la pulitura del 2023, è emersa anche una tomba a dado con tre camere. Nel marzo 2024 sono invece terminati gli scavi nella Tomba della Salamandra, da cui è riemerso uno scarabeo in corniola rossa raffigurante un guerriero a cavallo, databile al IV secolo a.C. L’intero sito di San Giuliano rappresenta un caso unico per estensione e ricchezza: oltre alla Tomba della Regina, vi si trovano la Tomba del Cervo, la Tomba dei Letti (con quattro giacigli funebri, due per adulti e due per bambini), quella della Cuccumella e un gruppo di tombe a portico. «Un contesto integro – conclude la dottoressa Barbaro – non è centrale solo ai fini della tutela, ma anche perché ci restituisce uno spaccato completo di vita attraverso il rituale della morte. Siamo felici di aver sottratto materiale a chi lo vorrebbe illegalmente per pochi. Questo patrimonio racconterà invece una bellissima storia per tutti».

Rosalba Cignetti, 28 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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