Anna Lo Bianco
Leggi i suoi articoliIl libro di Raffaella Morselli è destinato a occupare un posto determinante negli studi su Rubens e a costituire un punto fermo da cui non potrà prescindere chi si avvicinerà a studiare l’artista fiammingo. Giunge in un momento di nuovo impulso alla ricerca su Rubens che ha visto l’uscita di diversi saggi e articoli e il succedersi di importanti convegni.
Il libro della Morselli si concentra sul periodo italiano di Rubens dal 1600 al 1608: è un vero compendio di tutti gli elementi fin qui noti, costituiti da documenti, lettere, biografie, citazioni, finora pubblicati parzialmente in testi diversi, in lingue diverse, in periodi tra loro anche lontanissimi. L’autrice, coadiuvata da Cecilia Paolini, ha raccolto ogni dato con precisione capillare creando un regesto completo e filologicamente inappuntabile.
La parte documentaria è preceduta da due testi esaurienti e densi di novità critiche. Nel primo Raffaella Morselli, che ha dedicato alla storia del collezionismo e a Rubens molti importanti saggi, ci offre uno spaccato del clima davvero internazionale di cui Rubens è protagonista consapevole, in grado di orientare la sua carriera attraverso i rapporti con i più importanti committenti, in contatto con i nuovi patroni italiani, senza mai perdere di vista i suoi riferimenti in patria. Una ricostruzione innovativa di un percorso che lo porta a diventare il più famoso pittore europeo. L’autrice riesce a tessere una rete articolata di quei legami intersecati tra loro che uniscono le Fiandre a Genova e a Roma attraverso quei personaggi di primissimo piano cui si lega Rubens e la sua fortuna.
Il testo di Cecilia Paolini, mette a confronto la critica letteraria seicentesca a cominciare dalle primissime biografie italiane di Mancini e Giustiniani, per giungere a verificare tutte le possibili fonti, incrociando così i dati in una disamina fin qui mai affrontata da cui nascono ipotesi innovative anche sui soggiorni di Rubens a Venezia e a Genova. Emerge da questa letteratura anche il dibattito tra il classicismo di Poussin e l’impeto di Rubens, univocamente considerato artista universale dalle profonde doti umane.
Segue il regesto critico diviso per anni dal 1600 al 1608, nel quale confluiscono tutte le fonti, tutte corredate di note e bibliografia. Va sottolineato inoltre che per facilitare la lettura ogni anno è introdotto da una sintesi degli avvenimenti trattati. Per offrire ulteriori strumenti atti ad affrontare lo studio di questo intenso periodo della vita di Rubens, il testo si conclude con un indice biografico dei numerosi personaggi citati nei documenti, alcuni davvero poco conosciuti, e di un secondo indice commentato dei luoghi ricordati nel testo, anch’esso un contributo che accompagna la lettura rigorosamente scientifica e, al tempo stesso, molto piacevole.
Tra Fiandre e Italia: Rubens 1600-1608, di Raffaella Morselli, 348 pp., ill., Viella, Roma 2018, € 55,00
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