Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliIl 5 dicembre a Palazzo Barberini il nuovo studio di Silvia Danesi Squarzina su Rembrandt (Giovinezza di Rembrandt. La committenza mennonita, 128 pp., ill., De Luca Editori d’Arte, Roma 2013, € 20,00) sarà presentato dalla soprintendente Daniela Porro con Maria Grazia Bernardini, Claudio Strinati e Lauro Magnani, scopritore pochi anni fa di una preziosa serie di documenti inediti su una misteriosa committenza genovese di fine carriera. La studiosa, che per anni si è occupata di arte fiamminga e olandese di cui ha avuto la cattedra all’Università La Sapienza di Roma, si concentra invece sugli anni giovanili e abbastanza felici del pittore (nonostante la morte neonatale di tre suoi figli), quelli che dal suo trasferimento ad Amsterdam tra il 1631 e il 1632 arrivano fino alla morte della amatissima moglie Saskia. L’autrice lamenta che in quasi tutti gli studi più importanti su Rembrandt manca la giusta attenzione a quanto Filippo Baldinucci scriveva nel 1686 circa l’adesione del pittore alla Religione de’ Menisti, gli anabattista olandesi, sulla scorta della testimonianza di Monsù Bernardo che nella sua officina lavorò due anni. Già legato all’ambiente dei Rimostranti nella sua città natale Leida, Rembrandt ad Amsterdam frequenta (colleghi, committenti) e talvolta ritrae esponenti mennoniti, come il predicatore Cornelis Claesz (nella foto). La Danesi Squarzina mette insieme questi ambiti religiosi a latere del calvinismo ufficiale e li trasforma in «strumenti interpretativi, al fine di chiarire i contenuti di non poche importanti opere di Rembrandt; per alcune di esse, che si offrono ai nostri occhi come morgane elusive, cariche di sottintesi, la decifrazione non solo non è stata raggiunta ma neppure tentata». Il volume punta a dimostrare nella pittura di Rembrandt, e non soltanto nella sua committenza, il grado di assorbimento e rielaborazione ideologica e fideistica di spinte e conflitti religiosi che caratterizzarono il suo tempo. A questo scopo la studiosa si concentra su due tele in particolare dipinte attorno al 1635, il grande monocromo con la Predica del Battista di Berlino e il Ganimede di Dresda.
Altri articoli dell'autore
Tra Foro Romano e Palatino sono stati ritrovati i resti di una lussuosa dimora con una sala per banchetti a forma di grotta e uno straordinario mosaico impreziosito con conchiglie, vetri e tessere blu egizio
Si inizia con l’enigmatico scultore ateniese. Altre due monografiche saranno dedicate a Prassitele e a Skopas
Stéphane Verger nel chiostro di Michelangelo ha fatto eseguire interventi su sette teste di animali antiche (quattro di età adrianea e tre rinascimentali) e ne ha commissionata un’ottava a Elisabetta Benassi
Lo scavo condotto dalla Soprintendenza speciale di Roma ha riportato alla luce strutture in laterizio e un sontuoso apparato decorativo riconducibili a una committenza di altissimo rango, quasi sicuramente imperiale