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Rinasce il Musée de l’Homme

Luana De Micco

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Il Musée de l’Homme aveva chiuso le porte nel 2009. Nel frattempo era già stato spogliato di gran parte della sua collezione di etnologia extraeuropea che era stata trasferita al Musée du quai Branly (dedicato alle arti e alle civiltà d’Africa, Asia, Oceania e Americhe inaugurato nel 2006, sul lungo Senna); mentre gli oggetti europei legati alla cultura mediterranea erano andati a costituire le collezioni del MuCem di Marsiglia, inaugurato nel 2013.
In questi ultimi anni il Musée de l’Homme si è dunque dovuto cercare una nuova identità, conservando però la missione originaria di museo-laboratorio, aperto al dialogo con i ricercatori, così come avevano voluto l’etnologo Paul Rivet e il museologo Georges-Henri Rivière, fondatori del museo inaugurato nel 1938.
Dopo sei anni di lavori riapre dunque il 17 ottobre, di fronte alla Tour Eiffel, nello stesso sito del Palais de Chaillot (nella foto in alto), il monumentale edificio costruito nel 1937 sulla piazza del Trocadero (che accoglie anche la Cité de l’architecture, il Musée de la Marine e il Théatre de Chaillot). Il progetto di restauro è stato affidato all’Agence Brochet-Lajus-Pueyo associata all’Atelier d’Architecture Emmanuel Nebout.
Gli spazi interni sono stati completamente rinnovati e rifatti e rimessi a norma gli impianti. Un nuovo Atrium favorisce la circolazione dei visitatori. Sono stati ricavati nuovi spazi per il Centro di ricerca e didattica con delle sale per i corsi, una biblioteca e un auditorium. È stata privilegiata la luce naturale e restaurata la grande vetrata del padiglione centrale che il Palais de Chaillot ha ereditato dal precedente Palais de Davioud, del 1878.
Questo restauro è stato seguito da Jean-François Lagneau e Lionel Dubois, architetti dei monumenti storici. Il costo totale del cantiere si è elevato a 92 milioni di euro, di cui 12 milioni per la museografia.
Negli anni in cui il museo è rimasto chiuso, le collezioni di fossili e di archeologia preistorica (con 700mila pezzi) e di antropologia biologica e culturale (300mila pezzi) sono state completate con recenti acquisizioni di immagini digitali 2D e 3D e di banche dati, anche scientifiche e mediche. La Galerie de l’Homme (su 2.500 mq) resta il cuore del museo.
Il percorso in tre tempi, nella scenografia pensata dall’agenzia Zen+dCo OfficeDesign di Zette Cazalas, si pone le tre domande classiche sulla storia dell’umanità: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? È esposta l’ampia collezione di cere anatomiche di André-Pierre Pinson (XVIII secolo) e dei teschi e calchi storici di busti e teste, tra cui si riconoscono anche personaggi celebri del XIX secolo. Tra le opere d’arte della Preistoria, la Venere di Lespugue, risalente al Paleolitico superiore, e il Mammouth de La Madeleine, inciso su una lastra d’avorio e rinvenuto sul sito archeologico di Torsac, in Dordogna. La storia di questa metamorfosi è raccontata nella mostra temporanea inaugurale, «Cronaca di una rinascita», che si tiene fino al 13 giugno 2016.

Luana De Micco, 26 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

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