Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliChe cosa produce l’applicazione delle più innovative tecnologie digitali alla produzione culturale? Come possono le arti e la creatività affrontare le emergenze del nostro presente? «Aspetto determinante per la creazione di prodotti culturali, a forte matrice tecnologica, è stato l’incontro tra gli umanisti (detentori dei contenuti) e i tecnici, che spesso utilizzano linguaggi differenti. Un modo di progettare che è andato oltre il confine tra uomo e macchina, portando all’attenzione generale “La nuova scienza dell’Intelligenza Artificiale”», dichiara Maria Pia Incutti, presidente della Fondazione Plart, evidenziando l’approccio transdisciplinare di «A.I. Design: intelligenza artificiale creativa e design generativo immersivo», l’innovativo progetto prodotto dalla e nella Fondazione Plart, con la direzione artistica di Anna Fresa, nell’ambito dell’esposizione «Sedimenti» (fino al primo marzo 2025): «Un’opportunità unica, afferma il curatore Luigi Nicolais, per esplorare l’intersezione tra Intelligenza Artificiale e creatività umana, offrendo un’esperienza immersiva e coinvolgente che sfida i confini tradizionali del design e dell’arte».
Partendo da immagini create dall’interazione con l’Intelligenza Artificiale, Mario Coppola, architetto e designer napoletano, realizza oggetti di design ecocompatibili, prodotti con stampanti 3D e filamenti in resina vegetale e/o amido di mais, che entreranno nella collezione del Museo Plart. «Viviamo in un mondo spezzato, lacerato, contaminato. Abbandoniamo dunque ogni sogno di purezza e ricomponiamo tutto: ricordi, materiali, processi, forme, colori; inventiamo oggetti che già nascono sedimenti», spiega Coppola. Parte integrante del progetto «A.I. Design» è l’installazione generativa e immersiva «Who am A.I.?» dell’artista multimediale Mario Capasso, realizzata con videoproiezioni sincronizzate su grandi schermi: «Uno spazio di riflessione sulla relazione tra gli esseri umani e l’IA. L’Intelligenza Artificiale ci sfida a riconsiderare il significato di “umano” e a esplorare le connessioni tra mente, macchina e coscienza, provocando interrogativi etici e filosofici inediti», conclude Capasso.
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