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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliRoma. Impressionanti, ma purtroppo non inconsueti, i dati che emergono dal Rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sul «Consumo di Suolo in Italia 2016» presentato questa mattina alla Casa dell’Architettura. La fotografia aggiornata sullo stato dell’arte è segnata dalla solita bulimia cieca dell’uomo che non bada, tra l’altro, neanche alle conseguenze in termini di costi materiali: per gli ultimi tre anni (2012-15) gli italiani potrebbero dover sborsare oltre 800 milioni di euro l’anno a partire dal 2016. Il consumo di suolo oggi si attesta sui 4 metri quadrati al secondo, ovvero 35 ettari al giorno, un dato in diminuzione (era il doppio negli anni 2000). La follia è che comunque si tratta di suolo di buona qualità, con grandi potenzialità produttive: aree naturali e agricole che vengono inesorabilmente ricoperte da asfalto e cemento, edifici e fabbricati, servizi e strade per infrastrutture, insediamenti vari, espansioni urbane. Negli ultimi tre anni il territorio «tombato» è aumentato dello 0,7% e la metà dei comuni italiani (49%) l’ha consumato nonostante la popolazione non fosse in crescita (i comuni con meno di 5mila abitanti sono i più inefficienti), senza risparmiare fiumi, laghi, coste, aree protette, perfino zone a rischio sismico, di frana e idraulico. Gli effetti poi di questa devastazione si ripercuotono fino a cento metri di distanza, ovvero a oggi risulta compromesso oltre la metà del territorio nazionale (56%).
I costi occulti, quelli non immediatamente percepibili, prevedono una spesa media che può toccare i 55mila euro l’anno per ogni ettaro di terreno consumato, a seconda del servizio ecosistemico che non può più fornire: produzione agricola (oltre 400 milioni di euro), stoccaggio del carbonio (circa 150 milioni), protezione dall’erosione (oltre 120 milioni), danni da mancata infiltrazione dell’acqua (quasi 100 milioni) e da assenza di impollinatori (quasi 3 milioni). Solo per la regolazione del microclima urbano il costo stimato è intorno ai 10 milioni l’anno. Milano, Roma e Venezia sono le prime tre città a sopportare i costi più alti, rispettivamente 49, 39 e 27 milioni di euro l’anno, mentre Lombardia, Veneto e Campania sono le regioni che hanno consumato nell’ultimo anno più suolo, oltre il 10% (la più virtuosa è la Valle d’Aosta con il 3%).
Numeri e costi, in formato open data, si trovano on line su www.isprambiente.gov.it o su www.isprambiente.gov.it/it/temi/suolo-e-territorio/il-consumo-di-suolo/i-dati-sul-consumo-di-suolo.

Suolo
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